Divario di genere, per il World Economic Forum servono 132 anni per colmare il gap
Secondo il Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum, il divario di genere globale si è leggermente ridotto, ma le previsioni rimangono allarmanti: ci vorranno altri 132 anni per raggiungere la parità di genere e oggi le donne stanno sopportando il peso maggiore dell'attuale recessione economica.
Il monito è chiaro: come Paese, dobbiamo prepararci meglio, garantendo che più donne entrino nelle industrie e nelle professioni del futuro contribuendo in modo significativo alle nuove economie basate sulle tecnologie digitali emergenti.
Stallo globale, ma si intravedono le opportunità future
Il Global Gender Gap Report di quest'anno rileva che il divario di genere globale (gender gap) si è fermato al 68,1% (in Europa al 76,6%), migliorando di pochissimi punti percentuali i risultati raggiunti negli ultimi dieci anni. Una situazione, dunque, che figura più come uno stallo anziché come un percorso di miglioramento. Una battuta di arresto che rende le previsioni di riduzione del divario poco confortanti: non riusciremo a colmare il gap prima dei prossimi 132 anni.
Tuttavia, i piccoli risultati raggiunti fino ad oggi, potrebbero aiutarci a capire quale via seguire per non invertire la rotta (con il rischio che il divario torni ad aumentare anziché diminuire) e concentrare gli sforzi futuri. Il report rivela, infatti, una crescente rappresentanza di donne in ruoli di leader, per lo meno in alcuni settori (organizzazioni non governative, istruzione, servizi di assistenza e cura), ed una crescita di opportunità di formazione in materie scientifiche e tecnologiche, sia per l'ampliamento della base di conoscenza già acquista (upskilling) oppure la riqualificazione delle proprie abilità (reskilling).
Benché persista il divario nello studio di materie STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics; in italiano Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), particolarmente critico per materie come ingegneria e informatica, la diffusione dei corsi online sta aiutando le donne ad accedere con più agilità a percorsi di formazione e crescita professionale, anche in materie scientifiche.
Perché accelerare la parità di genere
Se vogliamo avere un ruolo, come Paese, tra le future economie basate sulle tecnologie digitali emergenti, dobbiamo accelerare il percorso verso la parità di genere ed assicuraci che più donne acquisiscano le adeguate competenze in ambiti quali Intelligenza Artificiale, Cloud Computing, dati e Analytics, biotecnologie e nanotecnologie... Il perché lo dicono alcuni recenti studi che evidenziano prestazioni economico-finanziarie migliori nelle aziende guidate da una donna.
Uno studio pubblicato su The Economic Journal - Oxford Academy [«Do Female Executives Make a Difference? The Impact of Female Leadership on Gender Gaps and Firm Performance»], per esempio, rivela che la produttività di un'impresa aumenta con la leadership femminile: si registra un aumento del 14% quando almeno il 20% dell'intera forza lavoro è femminile, ed un incremento del 6,7% quando il numero di donne presenti in azienda è inferiore al 20% (in sostanza, la guida femminile riesce a generare prestazioni superiori anche in contesti aziendali caratterizzati dalla presenza di talenti prevalentemente maschili).
Un altro studio, del Peterson Institute for international economics di Washintgon, riguardante 21.980 imprese in 91 Paesi, evidenzia come le imprese dove almeno il 30% del board è rappresentato da donne registrino un incremento del 6% della quota di utile netto.
Provando quindi a fare un piccolo «esercizio di stile», potremmo spingerci ad immaginare un futuro nel quale le aziende delle Tech4Good saranno guidate da donne o potranno contare su una buona percentuale di talenti femminili nella propria organizzazione. Superando i limiti e le criticità ancora oggi causa del divario di genere (con una più ampia adesione delle donne agli studi scientifici), ma al contempo capitalizzando le competenze e le esperienze che le donne stanno già offrendo in contesti cosiddetti «for good», come l'educazione e la cura, l'unione tra Tech e Good potrebbe arrivare anche con il superamento del gender gap.
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