Digitalizzazione in agricoltura: Brescia pronta per il grande salto

La Redazione Web
Iniziativa promossa da Btl, Cavagnini e Garbelli: «La zootecnia alla base delle nostre produzioni»
La zootecnia è uno dei pilastri dell'agroalimentare bresciano - Foto © www.giornaledibrescia.it
La zootecnia è uno dei pilastri dell'agroalimentare bresciano - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Innovazione tecnologica per un’agricoltura sostenibile. È stato questo il tema affrontato da Btl - Banca del Territorio Lombardo durante il convegno a più voci organizzato nell’Auditorium della sede di via Sostegno che ha coinvolto una nutrita platea di operatori del settore agricolo e agroalimentare della nostra provincia interessata a capire come si dovrà in futuro coltivare e allevare producendo qualità, valore aggiunto e sostenibilità ambientale, ma anche sociale.

Il problema da superare è che quel futuro, fatto di tecnologia, benessere animale e digitalizzazione, è già oggi. Una evidenza supportata dall’Università di Brescia e dall’Istituto Zooprofilattico. «Siamo a fianco da sempre del mondo agricolo e lo saremo anche di più oggi di fronte alle sfide dell’innovazione e della sostenibilità affinché si produca valore aggiunto e cibo di qualità - ha detto Matteo De Maio direttore generale di Btl -. Certamente la sostenibilità economica e la competitività delle aziende agricole andrà supportata nel tempo».

Il pubblico al convegno - © www.giornaledibrescia.it
Il pubblico al convegno - © www.giornaledibrescia.it

Il ruolo della formazione delle nuove generazioni è un tassello di un sistema integrato e interconnesso e da qui il richiamo del rettore dell’Università di Brescia, Francesco Castelli, sull’importanza della divulgazione affinché «il binomio agricoltura e ambiente possa proseguire proprio come fanno l’allevatore e il coltivatore poiché uno non può fare a meno dell’altro».

Digitalizzazione

Un richiamo colto a piene mani nella relazione del professore Gianni Giglioli, Ordinario in sistemi agricoli sostenibili, che ha spiegato come «il futuro si baserà sulla digitalizzazione di tutti i dati e delle attività perché quello che facciamo diventi una rete di conoscenze condivise a supporto di un nuovo racconto del settore primario che riporti l’agricoltura ad essere la soluzione e non il problema della sostenibilità ambientale».

Anche perché l’agricoltura bresciana vale più di un miliardo di euro e può contare sul lavoro e la professionalità di quasi dieci mila aziende. E dunque l’affidabilità dell’Istituto zooprofilattico con ricerche e progetti che hanno nel rispetto del benessere animale il fulcro per migliorare la qualità degli allevamenti e del cibo per orientare le scelte dei decisori. «Partiamo da una situazione difficile - ha spiegato il direttore Giorgio Varisco - perché meno di una persona su dieci in Europa ha visto dal vivo una vacca da latte, ma il 99 per cento dei cittadini europei chiede maggiore benessere per gli animali da reddito».

E certamente il mondo agricolo bresciano è consapevole delle sfide che attendono già oggi gli allevatori. Ecco perché Alberto Cavagnini, vice presidente di Coldiretti Brescia, ha parlato della necessità di superare criticità di sistema «perché da una parte ci chiedono di produrre più cibo, ma allo stesso tempo ci impongono regole che spesso non hanno pari con le produzioni di altri Paesi».

Non va dimenticato che la zootecnia della nostra provincia è alla base delle produzioni Dop come Grana Padano e dei prosciutti di Parma e San Daniele. «Il tema della competitività delle aziende agricole è fondamentale - ha spiegato Giovanni Garbelli presidente di Confagricoltura Brescia - e il ruolo di un istituto come Btl è determinante per comprendere e superare gli scenari futuri perché la sostenibilità ambientale si fa con l’innovazione tecnologica applicata anche alle colture». Le conclusioni sono state affidate all’eurodeputato Paolo Inselvini.

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