Digitale e innovativa: la strada Camozzi per la sostenibilità
Per Camozzi, digitalizzazione e innovazione fanno rima con sostenibilità. E il primo Report di sostenibilità presentato appunto dal gruppo ne è la prova.
A guardarci dentro, salta infatti all’occhio come alcuni dei processi messi in atto dalla multinazionale leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale vadano proprio in questa direzione, dai sistemi per la manutenzione predittiva che riducono gli sprechi e migliorano la sicurezza all’interconnessione delle macchine e il tag digitale che garantisce la trasparenza dei processi passando anche per la collaborazione tra persone e robot che migliora la qualità del lavoro, l’app che consente di calcolare il livello di impurità nel cotone e il progetto per realizzare filati da tessuti rigenerati.
«Il primo bilancio di sostenibilità - spiega il presidente e ad del gruppo Lodovico Camozzi - coincide con una fase decisiva della nostra storia: da un lato la sfida della pandemia, dall’altro l’allargamento degli orizzonti segnato dal trasferimento della sede legale a Milano. Abbiamo riflettuto - prosegue - sull’importanza di improntare ulteriormente il nostro ruolo di innovatori verso un’industria 4.0 che promuova una gestione ambientale e sociale rivolta ai principi dello sviluppo sostenibile e vogliamo condividere questo percorso con le nostre persone, di cui andiamo fieri, e con i nostri i stakeholder, con cui intratteniamo relazioni di fiducia e rispetto».
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Il documento, riferito al 2020, è strutturato proprio per far emergere la dimensione sostenibile delle innovazioni Camozzi in termini di prodotti e servizi immessi sul mercato, accanto alle iniziative che riguardano gli impatti dei propri processi produttivi e il rapporto del gruppo con le persone e le comunità in cui opera.
Tra queste, i robot per il nuovo ponte di Genova costruiti secondo criteri «green» e finalizzati alla sicurezza delle persone; la stampa 3D che ottimizza l’uso dei materiali abbattendo i costi e virando verso materiale riciclato sino al Telescopio Magellano, che migliorerà la nostra conoscenza dell’universo. Altro asset centrale è lo sviluppo del capitale umano, che passa per il Camozzi Research Center e l’Academy (entrambi nell’area ex Innocenti, a Milano) seguito a stretto giro dagli interventi di riduzione degli impatti ambientali. Infine, il rapporto con il territorio, che nell’anno della pandemia si è declinato sia attraverso prodotti caratteristici (componenti per i respiratori) sia con donazioni, progetti di solidarietà e promozione culturale.
Oggi, la quota di rifiuti inviati a recupero (materiali ferrosi e leghe metalliche) ha sfiorato il 98% del totale e il consumo di energia si è ridotto del 4,4%, con un calo delle emissioni del 6.2% rispetto al 2019 (risultati dovuti in parte alla riduzione del valore della produzione).
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