I depositi in banca dei bresciani toccano i 37,5 miliardi di euro

Rimane sostanzialmente stabile nel 2024 l’ammontare dei depositi bancari delle famiglie e delle imprese nei 630 sportelli bancari localizzati nei comuni bresciani, con un aumento, rispetto al 2023, di poco meno di 250 milioni di euro, pari al + 0,7%. Stabile ma su valori elevati, se consideriamo che Banca d’Italia certifica oltre 37,5 miliardi di euro, un monte depositi che è di poco inferiore al «tetto» toccato nel 2022 quando si arrivò a superare i 38,1 miliardi di euro. Anche se con intensità inferiore, dopo la battuta di arresto del 2023, con un calo dei depositi bancari, rispetto al 2022, nell’ordine degli 843 milioni di euro, pari al -2,2%, sembra non interrompersi un ciclo che in provincia di Brescia ha visto lievitare i depositi bancari dai 21,3 mld di euro del 2013 ai 37,5 del 2024, con un incremento di 16,2 mld, pari al +76%.
Vale a dire, mediamente, 1,4 miliardi di euro per ogni anno, con un balzo significativo nel biennio 2020-21. Un incremento, determinato dalla pandemia, che ha bloccato i consumi e fatto schizzare i risparmi degli italiani. In soli tre anni, tra il 2019 e il 2021, i depositi bancari dei bresciani sono cresciuti di quasi 6 miliardi di euro (+18,8%), in linea, peraltro, con quanto è accaduto nel contesto nazionale. Poi, nel 2022, i depositi negli sportelli bresciani aumentano ancora, anche se di «soli» 273 milioni di euro (+0,7%), nel 2023 si registra una contrazione (-2,2%) e, infine, nel 2024 sembra riprendere la corsa, con un ulteriore +0,7%, pari a quasi 250 milioni di euro.
La mappa del risparmio
Nel contesto nazionale, dopo due anni consecutivi di contrazione, sottolinea un rapporto della Federazione autonoma bancari italiani il saldo complessivo dei salvadanai di famiglie e imprese ha registrato un incremento, attestandosi a 1.363,6 miliardi, con i conti correnti in aumento di 19,8 miliardi rispetto ai 1.343,8 miliardi del 2023, pari a una crescita dell’1,5%. Considerando anche tutte le altre forme di deposito (durata prestabilita, rimborsabili con preavviso, pronti contro termine) il totale complessivo della liquidità in banca è dunque aumentato di 18,9 miliardi di euro (+0,9%), passando da 2.007,3 miliardi a 2.026,2 miliardi di euro. Risorse che se tornassero in circolo, in tutto o in parte, potrebbero dare ossigeno all’economia.
Depositi bancari che assumono valori ampiamente differenziati nell’analisi dei dati comunali riferiti ai 67 comuni bresciani, con almeno tre sportelli bancari, per cui sono disponibili gli importi da Banca d’Italia. Infatti, oltre ai 35 comuni in cui non ci sono sportelli bancari la normativa sulla privacy oscura il dato per quei 103 comuni bresciani dove si contano meno di 3 sportelli bancari, che figurano nella statistica di Banca d’Italia come «comuni riservati», con solo un importo cumulativo dei depositi bancari.
Guardando ai 67 comuni per cui sono disponibili dati in chiaro emerge con evidenza come, nel 2024, il Comune capoluogo, con oltre 11,1 miliardi di euro di depositi della clientela, sfiora il 30% del totale provinciale (29,7%). Infatti se scorriamo la graduatoria dei comuni, ordinata per entità dei depositi, abbiamo solo una dozzina di comuni nei quali si superano i 500 mln di euro, con maggiore ammontare a Chiari (966,1 mln euro), Desenzano del Garda (959,1), Montichiari (896,3), Vestone (879,6), Lumezzane (800,6), Rovato (790,6 mln euro) e, con valori superiori ai 500 milioni di euro, Darfo Boario Terme, Palazzolo sull’Oglio, Orzinuovi, Ghedi e Salò.
Castel Mella al vertice
L’ammontare dei depositi bancari si accresce tra il 2023 e il 2024 in 41 dei 67 comuni di cui sono noti gli importi mentre diminuisce in 26 centri. L’incremento maggiore, in valore assoluto, si registra a Castel Mella (+110 milioni di euro, che vale il +45,1%), che precede Rovato e Darfo Boario terme (+69,6), Montichiari (+65,8) e Desenzano del Garda (+60,2 mln di euro). La maggiore contrazione dei depositi, sempre in valore assoluto, si registra a Brescia (-63,2 mln di euro, che vale il -0,6%), Gardone Val Trompia (-50,8), Carpenedolo (-32,7), Roncadelle (-29,4), Passirano (-25,8) e Concesio (-20 mln di euro). Nei 103 comuni “riservati”, perlopiù piccoli centri, i depositi bancari aumentano complessivamente di 49,5 milioni di euro, pari al +1%, un saldo apparentemente superiore al dato medio bresciano (+0,7%). Giova, tuttavia considerare che, nel 2024, alla schiera dei comuni “riservati” si aggiungono Provaglio d’Iseo e Villanuova sul Clisi che, nel 2023, contavano complessivamente 235 milioni di euro portando, a ben vedere, in negativo il saldo dei depositi bancari per i comuni “riservati” tra il 2023 e il 2024.
I 37,5 miliardi di euro di depositi bancari negli sportelli bresciani rimangono un tesoretto non di poco conto. Infatti, a fare i conti con la media del pollo di Trilussa, sarebbero 29.736 euro per ogni bresciano, bimbi e nonni inclusi. Nella realtà sappiamo che non è così e, anche nel 2024, per chi se lo può premettere, non viene meno la propensione al risparmio; famiglie e imprese bresciane, continuano ad accumulare liquidità nei conti bancari. Una liquidità resta parcheggiata senza una reale valorizzazione economica: i tassi sui depositi sono ancora troppo bassi, mentre le banche beneficiano di margini enormi sulla raccolta e quindi sul credito, con guadagni in costante aumento da tre anni.
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