Economia

Decreto Ristori bis da 2,8 miliardi: «Bonifici in due settimane»

Lo sottolinea il ministro dell'Economia Gualtieri dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento
Un bar chiuso - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Un nuovo pacchetto di misure per oltre 2,8 miliardi di euro per sostenere una gran numero di attività ed imprese costrette a fermarsi per la seconda volta a causa del nuovo lockdown fatto, fra l'altro, di contributi a fondo perduto, sospensione pagamenti Iva e previdenziali e cancellazione seconda rata Imu. È quanto prevede il decreto Ristori bis, approvato dal governo.

«In modo tempestivo, interveniamo nuovamente per assicurare un rapido sostegno economico a tutte le categorie più colpite dalle nuove misure di contenimento», afferma il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, sottolineando che i bonifici arriveranno «entro due settimane» e che è stata «ampliata la lista dei settori che beneficeranno dei ristori su base nazionale».

Inoltre «per accelerare al massimo l'erogazione dei ristori, abbiamo deciso di creare un fondo che consenta di erogare in automatico il nuovo contributo, o maggiorare quello precedente, alle imprese delle Regioni che dovessero venire interessate in futuro da nuove misure restrittive», illustra Gualtieri, infatti «il virus è veloce, e dobbiamo necessariamente esserlo anche noi», dice. «Abbiamo disposto una nuova tranche di contributi a fondo perduto, scrive il ministro, garantendo il 200% del contributo già ricevuto sulla base del decreto Rilancio a tutti gli esercizi commerciali e le attività che dovranno chiudere nelle zone rosse e arancioni del Paese. Sempre in modo automatico, senza bisogno di fare alcuna domanda, direttamente sui conti correnti delle imprese interessate dalle misure restrittive».

E sempre il ministro spiega che questa «è una sfida senza precedenti che il Paese sta affrontando, è la crisi più virulenta degli ultimi 100 anni e chiede un ritorno a misure restrittive, dolorose e necessarie» che porteranno però «inevitabilmente ad un rallentamento del rimbalzo del Pil». Ma «è necessario che sia così perché la migliore misura di politica economica è il contrasto al virus», dice Gualtieri secondo cui «non c'è contraddizione fra salute ed economia». E quindi critica la posizione espressa dalla Lega in Parlamento su un «ordine gerarchico» costituzionale fra salute ed economia, che «non si possono contrapporre», e definendo la cosa «piuttosto bizzarra».

Questo secondo decreto ristori «è stato ben recepito in un confronto positivo con le Regioni», fa presente il titolare del Tesoro. Conferma il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini. «Il confronto col governo è stato positivo e costruttivo, ha stanziato una quantità notevole di risorse per ristorare le categorie economiche e i lavoratori che saranno colpiti dalle misure restrittive», ha detto Bonaccini, sottolineando che «ora però è importante che le decisioni assunte siano correlata ad una velocità nelle erogazioni».

E il decreto Ristori bis anticipa anche 300 milioni del 2021 per consentire alle aziende del trasporto pubblico locale di riorganizzarsi immediatamente. «Sono fondi che si aggiungono al miliardo e 100 milioni già stanziati nel 2020 e ai 12 miliardi destinati nell'arco di 5 anni agli investimenti per i bus ecologici e alla realizzazione dei nuovi sistemi di spostamento rapido di massa nelle città» spiega la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli mentre la sua collega all'Agricoltura, Teresa Bellanova, annuncia altri 340 milioni per le filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura.

Intanto venerdì sono partiti i bonifici del decreto Ristori 1, che arriveranno a più di 211mila imprese per un totale di 964,8 milioni di euro, secondo quanto ha reso noto l'Agenzia delle Entrate, specificando che ad oltre 154mila bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti andranno più di 726 milioni di euro. In media 4.714 euro a esercizio.

Su base territoriale, la Lombardia guida la classifica delle imprese che riceveranno i bonifici. Sulle 211.488 aziende totali, 32mila sono infatti lombarde, più di 20mila sono nel
Lazio, 17mila circa in quattro regioni: Veneto, Campania, Toscana ed Emilia Romagna. Circa 13mila in Sicilia e Puglia, oltre 5mila in Calabria e Marche.

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