Dazi Usa: «Il made in Italy batterà il costo con la qualità»
Il brand Italia con la sua storia, la sua cultura, l'amore per il dettaglio e per l'approccio artigianale alla produzione, sarà più forte dei dazi di Donald Trump, quelli che penalizzeranno soprattutto le importazioni in America di formaggi e liquori. È quanto emerso dalla tavola rotonda organizzata a New York da Gei (Gruppo Esponenti Italiani) con la partecipazione di imprenditori italiani del calibro di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Angelo Gaja, proprietario dell'omonima casa vinicola, e Ugo Fiorenzo, managing Director di Campari Nord America.
«Batteremo le tariffe con la qualità dei nostri prodotti, combatteremo la nostra battaglia su barricate fatte da grandi ruote di formaggio Parmigiano», ha detto Farinetti nel corso della discussione moderata dal presidente del Gei Mario Platero e tenutasi al consolato d'Italia, alla presenza del console generale Francesco Genuardi. Quest'ultimo aprendo i lavori ha ricordato la forza dei brand italiani a New York. Mentre Lamberto Moruzzi, capo ufficio affari economici dell'ambasciata d'Italia a Washington, ha spiegato come per l'Italia il costo complessivo negoziato dalla nostra diplomazia è stato di circa lo 0,85%, mentre per la Francia il costo sarà di oltre il 6%.
Anche per Campari si esclude un impatto a breve termine sulle vendite:« Certo - dichiara Fiorenzo - se i tempi dovessero allungarsi l'impatto di un 25% si farà sentire, ma sono ottimista. Spero che si troverà entro qualche mese una soluzione a livello europeo». Intanto Gaja ammette di avere avuto fortuna sul vino: «È stato colpito il vino francese ma non quello italiano, questo in teoria dovrebbe avvantaggiarci. Ma solo in teoria, perchè nella fascia alta gli importatori francesi assorbiranno una parte dell'aumento insieme a produttori e distributori».
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