Dai notai di Brescia la guida per orientarsi tra i bonus edilizi
I notai si schierano al fianco dei cittadini che ristrutturano o acquistano casa e licenziano due documenti a loro tutela. Ad annunciarlo, nella sede di via Ugo La Malfa, è il neo presidente del Consiglio notarile di Brescia, il notaio Claudio Mor, che dettaglia le caratteristiche di entrambi.
Il primo documento, scaricabile dal sito www.notariato.brescia.it, è una vera e propria guida pratica alle agevolazioni per ristrutturare il patrimonio immobiliare esistente. Un manuale pratico che tocca uno dei temi più caldi del momento, quello dei bonus in tema edilizio appunto, e che è stato realizzato dal Consiglio notarile nazionale in collaborazione con le associazioni dei consumatori. «Il fatto che la guida sia stata realizzata in simbiosi con le associazioni dei consumatori non è semplicemente un approccio populista ma qualcosa che si riflette nello stile compilativo del documento, uno stile paragonabile a quello di una guida turistica, estremamente didattico e semplice, mirato ad imprimere nella memoria di chi la utilizza un concetto», chiarisce Mor che parla di 56 pagine fitte fitte che costituiscono una sorta di rassegna di tutti i bonus esistenti nel mondo del costruire.
E dentro ci si trova davvero tutto, dall’eco bonus al sisma bonus passando per il 110 per cento, il bonus facciate e il bonus acquisti. «Lo strumento del bonus è come un cannone di ultima generazione: può fare vincere la guerra, ma solo se si è capaci di usarlo», sintetizza il presidente Mor che individua proprio nella sua complessità la causa della «tendenza a prolungarne la durata». Poi aggiunge: «Con questo non stiamo dicendo che basta la guida: è chiaro che per usufruire dei bonus edilizi bisogna rivolgersi agli addetti ai lavori, ma arrivare a quel momento avendo una cognizione di causa è sempre una buona prassi».
Il secondo documento, pure scaricabile dal sito, riguarda invece un altro ambito del mondo immobiliare: la tutela degli acquirenti di immobili ancora da costruire. Realizzato dal Comitato regionale notarile, ha come oggetto il contenuto minimo della fideiussione necessaria per i contratti preliminari degli immobili da costruire di cui alla legge 122/2005, e affonda le radici in una querelle «antica». Come spiega Mor, dal 2005 lo Stato si è occupato della tutela degli immobili da costruire per ovviare a fatto che alcune ditte si fossero fatte dare soldi per immobili esistenti solo sulla carta e poi mai realizzati, con anticipi (spesso risparmi di una vita)andati in fumo. In attuazione di una direttiva europea del 2005, più volte aggiornata, sono stati dunque emanati una serie di strumenti tesi a tutelare coloro che si impegnano ad acquistare un immobile che ancora non esiste, ed il primo step è il contratto preliminare di compravendita.
Dal 2019 tale contratto deve essere stipulato dal notaio, «a pena di nullità», a fronte della consegna di una polizza assicurativa (sottoscritta dal costruttore) che garantisca la restituzione di tutto ciò che è stato versato prima o al momento della stipula, nonchè durante la costruzione, qualora la casa non venisse completata. Ebbene, la legge fissa una serie di caratteristiche e rinvia a un modello standard di fideiussione che doveva essere rilasciato entro 6 mesi, ma dal termine del giugno 2020 si è già arrivati al maggio 2021, con buona pace degli acquirenti. Ecco allora che i notai, complice una norma transitoria che dice che la fideiussione può esserci anche se non c’è modello di riferimento, si sono presi la briga di mettere nero su bianco quali siano le caratteristiche “base” che tale fideiussione deve contenere per essere valida. Un modello che, conclude Mor, «è stato adottato da tutti i consigli notarili della Lombardia. Vale a dire, da mille dei 5 mila notai esistenti nel nostro Paese».
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