Da inizio anno sono nate 2.276 aziende: il 6,4% in più rispetto a un anno fa
La crescita sostanzialmente c’è, a dimostrazione della resilienza delle imprese bresciane, ma le difficoltà di approvvigionamento dei materiali e i rincari energetici, nonché i contraccolpi del conflitto russo-ucraino cominciano a farsi sentire. Il bilancio della nati-mortalità delle imprese bresciane nel primo trimestre 2022 si chiude con un saldo positivo di 118 unità. Dall’analisi dei flussi della nati-mortalità d’impresa, realizzata dal Servizio Studi della Cciaa di Brescia su fonte Unioncamere – Infocamere, Movimprese, emerge che da gennaio a marzo 2022 sono state avviate 2.276 imprese, in aumento del 6,4% sul 2021 e del 12,8% rispetto allo stesso periodo del 2020. Sull’altro fronte, sono 2.128 le imprese che hanno cancellato la propria posizione dall’anagrafe camerale bresciana, ovvero il 4,8% in più sullo stesso periodo del 2021 ed in ripresa verso valori più normali, dopo la contrazione legata alla politica dei ristori governativi. Ancora lontane dai livelli pre-Covid, le cancellazioni sono comunque inferiori del 18% nel confronto con il periodo gennaio-marzo 2020.
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Complessivamente, il primo trimestre restituisce uno stock di 118.901 imprese, +1,2% tendenziale e sopra i livelli del 2019, ed il risultato bresciano risulta superiore al dato lombardo (+0,42%) ed anche al dato nazionale, in leggero calo (-0,4%). Questo il quadro generale, che, commenta il presidente della Camera di commercio, Roberto Saccone, conferma che «la cultura e lo spirito imprenditoriale bresciani rimangono sempre vivi, nonostante il clima di preoccupazione legato all’attuale congiuntura economica, caratterizzata dall’aumento dei costi delle fonti energetiche, dalla carenza di materie prime e dalla conseguente crescita dell’inflazione. Il tutto, ulteriormente aggravato dalle ripercussioni su scala internazionale degli eventi bellici russo-ucraini».
Entrando nell’analisi dei settori, si evince che la spinta maggiore arriva nuovamente dalla filiera delle costruzioni, dove troviamo 18.414 imprese edili bresciane (in aumento di 385 unità), per effetto delle misure legate al Superbonus; significativo pure l’incremento delle collegate attività immobiliari (+132 unità). Importante il contributo che arriva dal mondo dei servizi: +427 imprese (pari al 7%) per le attività professionali, scientifiche e tecniche; +135 (3,3%) i servizi di supporto alle imprese; +111 (3,5%) le attività finanziarie e assicurative e +80 (3%) i servizi di informazione e comunicazione. Alloggio e ristorazione si rivelano in stallo, con un aumento annuale dello 0,3% (pari a 24 unità in più). Si confermano poi negativi i saldi dell’agricoltura (-30), delle attività manifatturiere (-160) e del commercio (-15 unità).
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La componente artigiana si presenta invece più vitale con 837 nuove imprese, il valore più alto dal 2013. Sotto il profilo dell’organizzazione giuridica, si assiste ancora ad una crescita delle società di capitali (+3,7%), oltre ad un leggero incremento delle imprese individuali (+0,9%). Guardando infine alle compagini sociali, si consolida la robusta crescita delle imprese straniere (+5,2%), cui segue la buona performance delle imprese giovanili (+2,0%) e delle imprese femminili (+1,8%).
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