Da Coccaglio i robot che rifiniranno le chitarre Fender
Basta solamente pronunciare il nome Fender per evocare miti del rock quali Jimi Hendrix, Eric Clapton o David Gilmour. Un marchio, quello della storica casa statunitense produttrice di chitarre e bassi elettrici (e non solo)che ora sarà anche legato al territorio bresciano.
Fender musical instruments corporation ha infatti affidato all’azienda bresciana Dan Technology di Coccaglio lo studio e la realizzazione di un impianto robotizzato per la rifinitura dei suoi iconici strumenti.
Una partnership prestigiosa che arriva in un momento non facile per il mondo industriale bresciano, alle prese con la difficile ripartenza post lockdown. Ma la grande qualità del lavoro delle aziende provinciali, in questo caso rappresentate dalla Dan Technology, non ha subito danni anzi, continua ad essere riconosciuto nel mondo.
Fender ha infatti selezionato la società di Coccaglio come partner, affiancata dalla bergamasca Telmotor specializzata in forniture elettriche, proprio per le sue caratteristiche uniche. Nello specifico a fare da discriminante è stata la capacità di creare tecnologie in grado di trattare un materiale delicato come il legno, fondamentale per creare gli strumenti musicali, peculiarità già sviluppata dall’azienda di Coccaglio grazie all’esperienza in settori quali quello armiero o dell’arredamento.
«Dan Technology ormai da anni è entrata prepotentemente nel mercato americano, che attualmente costituisce circa il 40% delle nostre esportazioni - commenta Stefano De Antoni, executive sales manager di Dan Technology -. Ora siamo molto orgogliosi di poter inserire Fender nel nostro portfolio. Si tratta di una conferma della nostra capacità di evolverci continuamente, senza aver paura di cimentarci in nuove sfide, proponendo sempre tecnologie personalizzate».
Nello specifico verrà realizzato un impianto con un sistema brevettato di controllo elettronico della pressione di lavoro, che permette una lavorazione precisa e costante nel tempo. Questo avviene anche in presenza di superfici tenere e irregolari, come per esempio quelle in legno delle chitarre e dei bassi Fender, seguendo la sagoma senza cambiarne la forma e fornendo la giusta pressione in base alle esigenze.
«Abbiamo scelto Dan Technology perché, attraverso i suoi controllori, permette un’integrazione delle unità di smerigliatura con i robot - spiega Bill Holmes, facilities manager di Fender -. Questo fa sì che i macchinari lavorino in armonia con i robot, consentendo la possibilità di mantenere tolleranze molto critiche». E in questa delicata fase di ripartenza, per la società di Coccaglio la collaborazione col marchio a stelle e strisce è un’iniezione enorme di fiducia, nonché un altro prestigioso traguardo nella sua ultracentenaria storia. Dan Technology nasce infatti dalla De Antoni srl (oggi ci lavora la quarta generazione della famiglia). La svolta verso la robotizzazione avviene verso gli anni ’80: attualmente sono presenti 1.500 isole automatizzate in tutto il mondo. Nel 2018 il fatturato ha toccato quota 6,2 milioni di euro (60% all’estero), con cinquanta dipendenti impiegati nella sede di Coccaglio.
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