Crisi edilizia: tre paesi, 3mila disoccupati
Viaggio nell'Ovest bresciano, regno dell'edilizia, ormai in crisi: parola a Castrezzato, Castelcovati e Rudiano
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Più di tremila persone senza lavoro oppure con un salario bassissimo e precario. Un cifra probabilmente per difetto, che la dice lunga sulla crisi che investe l’Ovest. Si riferisce solamente a Castrezzato, Castelcovati e Rudiano, le tre capitali dell’edilizia pendolare. Non tutti i disoccupati sono riconducibili al settore della costruzione, ma la gran parte sì. La situazione economica e sociale rischia di diventare esplosiva. I sindaci lo sanno bene, e non nascondono le preoccupazioni.
Gabriella Lupatini, Camilla Gritti e Alfredo Bonetti concordano che qualcosa bisogna fare. Partendo da un dato di realtà: imprese e lavoratori devono smettere di pensare che i bei tempi torneranno. Occorre pensare a qualcosa di nuovo, cambiare mentalità, sapendo che - in ogni caso - nell’edilizia non ci sarà più posto per tutti. Abbassare gli oneri per favorire il recupero dei centri storici, puntare sulla riqualificazione dell’esistente, aiutare la specializzazione dei muratori: sono alcune delle azioni che i sindaci possono mettere in campo.
Con una disponibilità importante: quella di partecipare (con altri colleghi della zona e i soggetti che vorranno) ad un tavolo sovraccomunale sul futuro del settore e dei suoi addetti. Camilla Gritti, sindaco di Castelcovati, è stata la prima a sollevare il problema negli anni scorsi. «All’inizio - dice - pensavamo bastasse riqualificare i generici in muratori finiti. Invece questa crisi è irreversibile. Allora abbiamo detto che bisognava cambiare mentalità, lasciare l’edilizia per fare altro. Da qui gli incontri con società di lavoro interinale per capire su quali lavori puntare. Qualcuno - prosegue - ha capito in tempo ed è riuscito a ricollocarsi, la stragrande maggioranza è stata ad aspettare. E adesso non c’è più posto, né sui cantieri né altrove».
Per Camilla Gritti a livello locale si può fare poco, la soluzione «per creare occupazione in Italia è abbassare per tutti il costo del lavoro». Certo, qualcosa si può fare nello specifico per l’edilizia: «Ad esempio mettere fine allo scandalo delle imprese che hanno sede in Romania e fanno lavorare qui gli operai sottocosto».
Anche a Castrezzato si recita il de profundis per l’edilizia come è stata praticata in passato. «Oggi la sfida - afferma il sindaco Gabriella Lupatini - è aiutare l’imprenditoria sana che vuole investire». Il sindaco pensa ai 190mila mq di area industriale vicino alla Brebemi che conta presto di attivare (sono in ballo una serie di contestazioni dei Comuni vicini). «Castrezzato è stata orientata solo sull’edilizia, un grave errore del passato. Si sono perse delle occasioni: con la nuova zona potremo creare occupazione». A breve cominceranno i lavori di sistemazione dell’asilo paritario: «Grazie allo sblocco del Patto di stabilità potremo spendere 730mila euro. Significa lavoro per imprese ed artigiani locali». La situazione sociale, sottolinea, è difficile. «La crisi esiste, ma faccio fatica a capire chi ne è davvero colpito e chi no». Spiega con un esempio: «Il Comune ha emesso un bando per 25 voucher di 300 euro ciascuno. Abbiamo stentato a trovare qualcuno interessato». In ogni, caso «basta con i contributi a pioggia. Il sistema voucher è più dignitoso: responsabilizza chi lo riceve, che deve fornire un servizio».
Dire addio all’edilizia è un passaggio complicato per chi ha fatto questo mestiere. «Perfino i giovani - conferma il vicesindaco di Rudiano, Sara Oliari - fanno fatica a capire che bisogna riconvertirsi. Vivono come se tutto potesse tornare come prima». Qualcosa si può fare, dice il sindaco Alfredo Bonetti: «A Rudiano abbiamo gli oneri più alti della zona, dovremo abbassarli per incentivare il recupero e la riqualificazione dell’esistente. Basta spreco di territorio».
Certo, ci sono elementi che stanno sopra i Comuni: «Bisogna cambiare la fiscalità locale in modo che non penalizzi il mercato immobiliare» aggiunge Bonetti. Ma il territorio deve fare la sua parte, quantomeno interrogarsi su cosa fare: «Le Amministrazione comunali della zona - dice l’assessore Giulio Riva - devono promuovere un tavolo in cui discutere come rilanciare il settore, dando una opportunità alla manodopera specializzata. Penso al recupero energetico e al risanamento degli immobili».
Enrico Mirani
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