Il Consorzio Franciacorta e il suo vino alla conquista del Texas

Promossa una masterclass nella città di Austin negli Stati Uniti, riunendo 17 dei migliori sommelier dello Stato, da poco entrato nel gotha Michelin con i primi ristoranti stellati della sua storia
Due calici di vino Franciacorta - Foto franciacorta.wine
Due calici di vino Franciacorta - Foto franciacorta.wine
AA

«Where is Frenciacorta?» La pronuncia dovrebbe far capire che siamo a miglia e miglia di distanza dai vigneti di casa nostra. Una frase così potrebbe averla detta JR Ewing scolandosi l’ennesimo whisky a Southfork Ranch. Ma questa non è Dallas. Siamo ad Austin, Texas, e qui il vino può diventare un business serio. C’è in ballo una conquista del West da combattere a suonare di calici e bollicine.

Silvano Brescianini con i sommelier americani in Texas - © www.giornaledibrescia.it
Silvano Brescianini con i sommelier americani in Texas - © www.giornaledibrescia.it

Ecco spiegata la masterclass che il Consorzio Franciacorta ha promosso nella Soho house della città texana, riunendo 17 dei migliori sommelier dello Stato del Texas, da poco entrato nel gotha Michelin con i primi ristoranti stellati della sua storia. Ad accogliere i partecipanti, nonché ad accompagnarli in un viaggio virtuale nelle peculiarità e nelle caratteristiche del territorio della Franciacorta, il presidente del Consorzio Silvano Brescianini.

L’incontro

Ma torniamo al quesito iniziale: ma la Franciacorta dove sta? Poco meno della metà dei sommelier avevano idea di cosa si stesse parlando, per cui l’introduzione geografica e geologica è stata essenziale per spiegare cosa ci sia dietro un bicchiere di bollicine.

Esaurita la parte didattica, è arrivato il momento più atteso. Otto etichette, otto tipologie di vino differenti per provare a sedurre i palati di chi lavora in steakhouse o ristoranti dove impera il barbecue.

Un tavolo dell'evento ad Austin - © www.giornaledibrescia.it
Un tavolo dell'evento ad Austin - © www.giornaledibrescia.it

Esaurita la fase timidezza in cui gli unici commenti erano dei generici «great», i commenti si sono fatti più articolati. È piaciuta la complessità delle annate più vecchie (in degustazione c’era un dosaggio zero del 2017), ma qualcuno ha preferito rimarcare la freschezza di certe annate. Una immediatezza che potrebbe aprire una breccia tra bourbon e birre.

Pulled pork, pork ribs, beef ribs, t-bone steak e Franciacorta? È il Texas bellezza. Inutile stupirsi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.