Economia

Confindustria, si apre la sfida tra Pasini, Bonomi e Mattioli

Al via le cinque settimane di consultazioni dei saggi: il 26 marzo la conta finale in Consiglio generale
Il logo di Confindustria sulle vetrate della sede romana - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
Il logo di Confindustria sulle vetrate della sede romana - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
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Resta affidato alle indiscrezioni lo scenario ai blocchi di partenza per la corsa alla prossima presidenza di Confindustria, ma appare ben delineato e non dovrebbe riservare sorprese: ieri a mezzanotte scadeva il termine per le autocandidature. A presentarle sono stati tre imprenditori: il presidente di Aib, Giuseppe Pasini; il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, la vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione Licia Mattioli.

La scadenza di ieri è già un primo punto di arrivo, «traguardo volante», per la soglia di sbarramento che ha condizionato i primi giochi delle alleanze e imposto una prima scrematura: per entrare in gioco ogni aspirante candidato deve dimostrare di poter già contare almeno su un 10% di consenso e deve, quindi, carte in tavola. Carlo Bonomi partirebbe in vantaggio avendo consegnato più deleghe. Ma non sempre - come dimostra la storia di Confindustria - chi si presenta primo ai nastri di partenza arriva primo anche al traguardo.

L’imprenditore Giuseppe Pasini ha molte carte da giocare: guida un colosso siderurgico internazionalizzato che fattura oltre 1,3 miliardi di euro; imprenditore in prima fila sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare portati avanti con attenzione nelle proprie aziende. Appare chiaro che al momento, salvo colpi di scena, i tre industriali sono determinati tutti a farsi avanti per fare la propria corsa.

Da quando si era appreso di una prima rosa di cinque probabili candidati il triestino Andrea Illy ha fatto un passo indietro e l'emiliano Emanuele Orsini è ora al fianco di Pasini. In ogni caso i giochi non si chiudono qui, è molto probabile che si arriverà al voto con una sfida finale a due.

La procedura confindustriale prevede cinque settimane di consultazioni, da oggi, della commissione dei «tre saggi» con tutte le articolazioni del sistema di rappresentanza degli industriali, per sondare l’umore della base e far così emergere eventuali altre possibili candidature. Saranno sempre i saggi promuovere le candidature e aprire le consultazioni locali. Il calendario dei confronti è già stato fissato: il 19 febbraio a Roma, il 21 a Bologna, 27-28 a Milano, il 4 marzo a Torino, il 5 a Napoli, il 9 di nuovo a Milano nella sede di Federchimica. Il 26 marzo la conta finale: il consiglio generale si riunirà nuovamente e voterà, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta, per designare il futuro presidente. L’elezione sarà poi a fine maggio con il voto dell’assemblea.

 

 

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