Confindustria, Garrone si ritira: Emanuele Orsini verso la presidenza
Per «una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall'inizio». Con una lunga lettera, «commosso ed emozionato», Edoardo Garrone annuncia: «La scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli».
Possibili effetti su Brescia
Con il passo indietro annunciato da Edoardo Garrone la strada verso la prossima presidenza di Confindustria è tutta per l'imprenditore emiliano Emanuele Orsini. Secondo le agenzie, l’escluso Gozzi avrebbe stretto un accordo con Orsini e sarebbe riuscito a strappare una forte rappresentanza nella futura squadra che toccherebbe anche Brescia. Il vice con delega all’Europa - secondo indiscrezioni non confermate - potrebbe essere proprio il presidente della Feralpi, Giuseppe Pasini. Domani si riunisce il consiglio generale di Confindustria che voterà per designare il prossimo presidente. L'elezione sarà il 23 maggio con il voto dell'assemblea.
La lettera di Garrone
Dopo «forti fratture e forti tensioni», a Confindustria «non serve che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di "impegni o scambi" eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili», ha scritto ancora Edoardo Garrone. «Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria». E sottolinea: «È una rinuncia che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi».
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