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Confesercenti: «Manca personale sul lago di Garda»

La Redazione Web
L’associazione dice che non ci sono abbastanza collaboratori nel mondo della ristorazione e molti sono «scarsamente motivati» nonostante il rinnovo del contratto nazionale. Maggioni: «Il governo deve ridurre il cuneo fiscale sugli stipendi»
Tavolini sul lungolago di Salò (foto d'archivio)
Tavolini sul lungolago di Salò (foto d'archivio)
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La stagione è ormai iniziata ma sul lago di Garda continua a mancare personale nei locali e negli alberghi. «Le vetrine sono piene di cartelli con la scritta "Cercasi collaboratori"», lamenta Confesercenti. In un comunicato stampa l’associazione di categoria scrive che il fenomeno «sta assumendo dimensioni difficilmente gestibili se non con un ridimensionamento della qualità del servizio di numerosi locali».

I problemi, dice Confesercenti, sono essenzialmente due: da una parte serve un «salto di qualità nella narrazione del lavoro stagionale», dall’altra il governo deve ridurre il cuneo fiscale sugli stipendi di chi lavora nell’ambito della ristorazione così da rendere sostenibile anche sul lungo termine gli aumenti introdotti di recente dal rinnovo del contratto nazionale del commercio.

Dice il coordinatore di Confesercenti Lombardia Orientale per il Lago di Garda, Andrea Maggioni: «Collaborare in un bar, un ristorante, un hotel o un campeggio per la stagione 2024 non significa portare un piatto al tavolo o essere sfruttati, significa fare una esperienza umana e professionale che consentirà di conoscere migliaia di persone, affinare uno o due lingue straniere, affacciarsi al mondo del lavoro e acquisire un bagaglio di competenze che consentirà di girare il mondo». Per Confesercenti il problema riguarda anche gli istituti alberghieri, i cui piani di studio dovrebbero essere aggiornati in modo tale da rendere la formazione di ragazzi e ragazze più vicina al mondo del lavoro. «Non possiamo avere istituti alberghieri come quello di Gardone Riviera, che sospendono i laboratori per intere settimane per mancanza di risorse», dice ancora Maggioni.

Ma le difficoltà, sempre secondo l’associazione, riguardano anche l’atteggiamento di chi lavora nel settore. «Spesso si presentano presso le nostre attività possibili collaboratori scarsamente motivati e con poca propensione a voler lavorare la sera e nel fine settimana», lamenta Maggioni. Che d’altra parte spera che l’aumento garantito dal nuovo contratto nazionale «possa servire per sorreggere i consumi di bar, ristoranti, negozi e alberghi».

Secondo un’indagine Excelsior di Unioncamere per la provincia di Brescia sulla crescita dell’occupazione, citata da Confesercenti, in un anno le persone occupate nel mondo del commercio, della somministrazione e della ricettività alberghiera sono cresciute oltre il 14%. Nel 25% dei casi le entrate hanno carattere di stabilità, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine. Oltre il 17% delle imprese bresciane prevede di assumere collaboratori nei prossimi mesi. «Ora tocca al governo procedere alla riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei nostri collaboratori: le imprese hanno già dato» conclude Maggioni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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