Economia

Colpo Ca’ del Bosco: acquistati 30 ettari d’area sopra Iseo

Al vaglio del consiglio di amministrazione la realizzazione di un vigneto d’altura
Il presidente di Ca’ del Bosco Maurizio Zanella - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il presidente di Ca’ del Bosco Maurizio Zanella - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ca’ del Bosco mette in cantina un altro ambizioso progetto. L’azienda vitivinicola del presidente Maurizio Zanella ha recentemente acquisito un’area agricola di circa trenta ettari sulla collina di Iseo, nelle località Santa Teresa e Forcella, dove - con tutta probabilità - realizzerà un nuovo vigneto. Anche se dal quartier generale di Erbusco non arrivano conferme in merito, sono diversi gli indizi che portano a questa conclusione.

Sotto la lente. I trenta ettari di terreni incolti acquisiti da Ca’ del Bosco a Santa Teresa e Forcella si trovano a un’altitudine di 500 metri, guarda caso poco sopra il piccolo vigneto di località Bosine, una delle prime coltivazioni d’altura di quel tipo in quella specifica zona. Il disciplinare del Franciacorta, peraltro, fissa come limite di produzione i 550 metri d’altitudine, quota appunto che a Santa Teresa e Forcella non viene raggiunta, seppur per pochi metri di differenza. La maxi area acquistata da Ca’ del Bosco, che costituisce una sorta di altipiano esteso tra Iseo e località Invino (al confine con i comuni di Polaveno e Monticelli Brusati), era di proprietà di tre diversi soggetti, tra cui una cooperativa sociale, e rientra in un progetto che potrebbe così consentire a Cà del Bosco di vantare uno dei vigneti d’altura più estesi della provincia di Brescia. In stato di semi-abbandono da anni, i terreni di Santa Teresa (che al loro interno vantano anche una struttura agricola, cascina La Torre), e quelli della Forcella, costituiscono una sorta di cuscinetto tra il bosco ceduo che si estende a sud-est fino al confine con Monticelli Brusati e a nord con Sulzano.

La scelta di ampliare gli ettari vitati collima, inoltre, con la strategia di sviluppo fin qui portata avanti con decisione dal presidente Maurizio Zanella e quindi supportata anche dall’azionista di maggioranza della Ca’ de Bosco, il gruppo Zignago della famiglia Marzotto. Il progetto definitivo, comunque, resta ancora al vaglio del consiglio di amministrazione della società franciacortina, nonostante alcune indiscrezioni confermino l’orientamento di Ca’ del Bosco verso la piantumazione di un vigneto «biologico e biodinamico» che ben si addice alle condizioni pedoambientali del luogo. In passato. L’azienda di Erbusco tuttavia ha già dei trascorsi positivi sulle sponde del Sebino: il vitigno «Carménère», per la prima volta autorizzato ad essere impiantato nella provincia di Brescia nel 2008 è diventato «Igt Rosso del Sebino», mentre da poco tempo sono stati presentati i due vini fermi «Corte del lupo bianco» e «Corte del lupo rosso». Il lupo, non a caso, è un animale avvistato più volte in passato in località Santa Teresa, sopra Iseo, dove ha lasciato anche dei brutti ricordi, dopo aver fatto strage di ovini. Chissà se ora la reinterpretazione del Curtefranca di Cà del Bosco possa essere un richiamo al lupo di Santa Teresa?

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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