Economia

Cibo sintetico, Lollobrigida a Lonato: «Lo contrasteremo in ogni modo»

Così il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare a margine del convegno «Frankenstein nel piatto?» di Coldiretti Brescia
Il ministro Francesco Lollobrigida a Lonato del Garda
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«Contrasteremo il cibo sintetico in ogni modo, con ogni mezzo». Lo ha detto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle foreste, a margine del convegno «Frankenstein nel piatto? Il cibo sintetico la nuova minaccia», organizzato da Coldiretti Brescia a Lonato del Garda.
«Il cibo è un rapporto tra uomo, terra, natura - ha continuato -. Si tratta di un prodotto di qualità che dev’essere dato alle persone, che non sono solo consumatori. Tutti abbiamo il diritto di mangiare bene e il cibo sintetico non è buon cibo. Non ci convincerà mai nessuno che un prodotto iperprocessato possa essere utile alla salute dell’uomo e all’economia della nostra nazione».

Lollobrigida ha dichiarato: «La produzione di cibo in laboratorio cancellerebbe la nostra economia sostenibile, il nostro modo di vivere e la nostra civiltà. Non è progresso, è barbarie. Nella maggior parte i nostri allevatori hanno uno stile di allevamento prezioso e unico a livello mondiale. Noi dobbiamo difendere questo grande modello italiano. In Europa dobbiamo rendere consapevoli tutti dei benefici di questo tipo di alimentazione che non può essere sostituita con qualcosa che presumibilmente fa male. Abbiamo attivato degli studi scientifici che possano verificare questo dato».

Il convegno

I relatori di «Frankenstein nel piatto? Il cibo sintetico la nuova minaccia», moderati da Nunzia Vallini - © www.giornaledibrescia.it
I relatori di «Frankenstein nel piatto? Il cibo sintetico la nuova minaccia», moderati da Nunzia Vallini - © www.giornaledibrescia.it

Prima l’inquadramento del tema a opera di Felice Adinolfi, del centro studi Divulga: «Non si sta discutendo di futuro, ma di un presente ben concreto». E la recente autorizzazione concessa all’Irlanda da parte della Commissione europea ad apporre sulle bottiglie di vino l’etichetta «nuoce gravemente alla salute» va in questa direzione, perché «lascia spazio a prodotti alternativi, iperprocessati - per il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini -. Quello che si sta verificando è un vergognoso attacco alla filiera produttiva». 

Come contrastarlo, ma anche come contrastare il pericolo sempre più concreto (e già reale) del diffondersi di cibi che per Rolfi sono «del tutto in contrasto con la vita, perché il cibo è varietà e diversità», l’ha spiegato Lollobrigida: «Occorre battersi a livello nazionale, e lo stiamo facendo: su queste tematiche c’è unità d’intenti. E chiederemo che il cibo sintetico venga considerato alla stregua dei farmaci, e che di conseguenza venga trattato. Occorre poi fare barriera in Europa, dove ciascuno persegue i propri interessi: il nostro Paese deve farsi sentire. Dobbiamo - continua il ministro - , rimanere ancorati alla nostra idea di progresso: siamo portatori di un modello di civiltà, e intendiamo difenderlo in ogni contesto».

Coldiretti sente il sostegno del governo, ha affermato Prandini: «L’Italia deve tornare a fare l’Italia, valorizzando la propria identità. Un’identità che rischia di essere cancellata se i cibi sintetici arriveranno a dominare il mercato: sarà la fine del comparto alimentare». La raccolta firme promossa dall’associazione ha già superato le 400 mila sottoscrizioni e, nel Bresciano, ha raccolto il sostegno di oltre 80 Comuni. 
Che fare ancora, per Prandini? «Serve formazione, tante volte trascurata, ma serve anche essere presenti nei contesti in cui si prendono le decisioni. La partita con il governo in questo senso è di forza e di intelligenza, per contrastare un interesse che è di pochi».

Il punto di vista di Coldiretti

  • Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
    Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
  • Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
    Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
  • Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
    Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
  • Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
    Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
  • Il convegno ha attirato numerosi partecipanti
    Il convegno ha attirato numerosi partecipanti

Dall'arrivo delle prime richieste di autorizzazione alla messa in commercio di cibo sintetico, alla minaccia delle etichette allarmistiche sul vino. Dal semaforo ingannevole del Nutriscore che boccia le eccellenze Made in Italy, agli attacchi alla produzione di vino fino alla difesa delle denominazioni più tipiche con l'attesa sentenza sul Prosek, palese imitazione del Prosecco. Sono alcune delle battaglie che attendono cibo e vini Made in Itay in Ue, secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Nel 2023, infatti, segnala la Coldiretti, potrebbero essere già presentate le prime richieste per la carne prodotta in laboratorio come «novel food» dopo il via libera della Fda negli Stati Uniti. Si tratta di una minaccia letale a 360 gradi contro la quale sono state già raccolte quasi 400 mila firme nella mobilitazione della Coldiretti per promuovere la legge che vieti la produzione, l'uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico.

Secondo Coldiretti, non si tratta di carne ma di un prodotto ingegnerizzato, che non salva l'ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c'è garanzia che i prodotti chimici siano sicuri e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali. È stata invece rinviata almeno all'autunno 2023 la presentazione della proposta di regolamento sull'etichettatura a conferma delle perplessità sul sistema a colori manifestate dall'Italia e da altri Paesi.

Scatta invece l'allarme per l'autorizzazione Ue concessa all'Irlanda che potrà adottare etichette per vino e birra e liquori, con avvertenze terroristiche. Ma le battaglie interessano anche l'innovazione, conclude la Coldiretti, a partire da via libera alla genetica «green», in grado di difendere il patrimonio di biodiversità agraria dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista. Le Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) non implicano l'inserimento di Dna estraneo alla pianta e non hanno nulla a che vedere con gli Ogm.

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