Economia

Cerco lavoro: la storia di Valeria

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Gentile Redazione del Giornale di Brescia,

da qualche giorno leggo le numerose testimonianze di persone che con me sono alla ricerca di un lavoro. E' necessario ringraziarvi, perché finalmente ci state dando l'opportunità di esprimere i nostri sentimenti e anche la possibilità di farci ascoltare.

Sono una venticinquenne della Bassa Bresciana, con una Laurea Magistrale conseguita nel novembre del 2010, con il massimo dei voti, all'Università di Padova. Dopo un breve periodo di riposo "mentale", mi sono come sempre dedicata all'invio dei curriculum vitae ad aziende e associazioni che avrebbero potuto avere bisogno di una figura professionale come la mia. Ho affrontato alcuni colloqui, ma ogni volta mi sono sentita dire che ero troppo giovane e che non ero la persona adatta, in quanto non avevo nessuna esperienza lavorativa.

Purtroppo non sono riuscita a far coincidere gli studi con il lavoro, in modo da avere esperienze lavorative pregresse quando mi sarei laureata; avevo anche solo 24 anni. La buona volontà e la voglia di imparare e di mettersi in gioco però non sono più sufficienti; il nuovo mercato del lavoro pretende, pretende molto da ragazzi che come me hanno dedicato una vita allo studio e si ritrovano solo con un pezzo di carta in mano.

Ho lavorato per un mese in un albergo sul lago di Garda; purtroppo però l'ambiente, gli orari di lavoro strazianti, le numerose ore di straordinarie non pagate, l'avidità dei responsabili mi hanno costretto ad abbandonare questo posto di lavoro, che tra le altre cose avevo trovato dopo essere stata "raccomandata". Mi sono anche sentita dire che sono una ragazza tenace, in quanto in tutto questo tempo ho cercato di trovarmi un lavoro solo con le mie forze e con le mie capacità. Io continuerò su questa strada.

A giugno ho ricevuto un'altra proposta di lavoro molto allettante: in un'azienda di import-export avrei dovuto tenere i contatti con i clienti tedeschi, visto che la mia lingua di laurea è il tedesco. Ero molto entusiasta di aver ricevuto una proposta simile, ma l'entusiasmo si è smorzato subito, dal momento che mi è stato proposto un contratto con cadenza mensile, ossia rinnovabile di mese in mese. Tale contratto non mi avrebbe permesso di accendere un mutuo per una futura casa, di avere figli e quindi di avere una famiglia. Avrei dovuto vivere per due anni nell'incertezza totale.

Trascorso questo periodo, avrei avuto la possibilità di firmare un contratto a tempo determinato, e poi avrei perfino potuto ottenere un posto fisso nell'organico dell'impresa. Questo è il futuro che si prospetta per noi giovani, laureati o meno?

Al momento sto trascorrendo tre mesi a Lisbona, all'ufficio Commerciale dell'Ambasciata d'Italia, nell'ambito del programma MAE-CRUI. Sto intraprendendo questa fantastica esperienza perché ho dei genitori che mi supportano e che mi hanno permesso di partire. Purtroppo il programma non prevede alcun rimborso spese e alcuna retribuzione. A fine dicembre tornerò in Italia, con un bagaglio culturale maggiore; ciononostante sarà complicato trovare un posto di lavoro fisso, che mi permetta di avere una mia indipendenza economica.

Rinnovo i miei complimenti al Vostro giornale per aver dedicato a noi "lavoratori senza futuro" un posto in prima pagina.

Un saluto caloroso dalla capitale portoghese
Valeria Ravenoldi

 

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