Cerco lavoro: la storia di Paola
Caro Giornale di Brescia,
io ho una storia da raccontare, la nostra storia... Che inizia quattro anni fa quando, dopo essere stata licenziata perché ho deciso di avere un secondo figlio e averlo perso (in Italia e nel ricco Nord si licenzia anche per questo) ho ripreso a lavorare, un lavoro che non c’entra per nulla con me, ma che è pur sempre un lavoro. Nello stesso periodo mio marito decide di cambiare il suo lavoro per avvicinarsi a casa, nostra figlia va all’asilo e io con questo lavoro parto il mattino alle 7 e torno alle 19; una proposta a tempo determinato ma con la sicurezza di una assunzione…che non è mai arrivata!
Mio marito dopo un anno e mezzo a 39 anni si è ritrovato senza un lavoro, io ero ancora a tempo determinato…Mille curriculum inviati e altrettante porte sbattute per un semplicissimo motivo: troppo vecchio!
Eppure si sarebbe abbassato a fare qualsiasi tipo di lavoro… Un anno bruttissimo, guardando indietro lo vedo nero… Io che cerco di sembrare sempre allegra e lui che scivola nello sconforto, nella depressione e si sente in colpa per non riuscire a fare bene il “capo famiglia”. Così abbiamo rimandato tutti i nostri sogni di allargare la famiglia, di sistemare casa e tutti i programmi che avevamo in mente.
Un anno dopo, un contratto di una settimana, accettato come fosse manna dal cielo in un’azienda alimentare nella quale ha lavorato un altro anno, poi di nuovo a casa e a questo punto io sono andata in crisi. Non ce l’avrei fatta una seconda volta a sopportare le facce scure, a essere sempre tirati come una corda di violino, a litigare per qualsiasi piccolissima cosa; per fortuna dopo pochi mesi un altro lavoro a tempo determinato, ma sempre un lavoro che si rinnova di mese in mese, che non viene rinnovato nel caso di ferie (vedi la chiusura della ditta a Ferragosto) per non doverle pagare, o che viene rinnovato per un giorno per non dover pagare il festivo. E' arrivato anche un bambino, abbiamo ripreso a sperare che magari domani andrà meglio, ma è davvero difficile, soprattutto per mio marito ritrovarsi a 42 anni con una famiglia e un lavoro che non si sa fino a quanto durerà.
La mia vuole essere anche una storia di speranza come ce ne sono tante e di protesta: come è possibile fare un contratto di un giorno? Come è possibile che un uomo o una donna che hanno voglia di lavorare debbano vedersi contratti a tempo determinato per anni e anni e poi magari nemmeno un’assunzione?
Spero di potervi raccontare che questa storia è finita nel miglior modo possibile anche se spesso non sono così fiduciosa che questo possa realmente accadere.
Grazie,
Paola
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