Cerco lavoro: la storia di Marco
Cari Lettori de "Il Giornale di Brescia",
mi chiamo Marco e sono un 26enne laureato di Brescia. Nell'ottobre 2009 ho conseguito la laurea magistrale in Economia con una specializzazione che, ahimè, ora non esiste più. Nel gennaio 2010 ho cominciato a lavorare come stagista nell'ufficio CED di primo livello di un grande Gruppo bancario; il contratto, di sei mesi, mi è stato rinnovato consentendomi di lavorare fino al gennaio 2011 e cominciando a farmi pensare "dai che forse mi va bene, forse mi tengono". La volontà, specie quella dei miei diretti responsabili c'era, ma alla fine mi sono visto costretto a casa perchè "i 'numeri' non consentivano nemmeno un inserimento a partita Iva". Passata la delusione iniziale, mi sono rimboccato le maniche e ho cominciato ad inviare il mio curriculum vitae (ad oggi, ottobre 2011, ho inviato ca. 120 cv) contattando aziende dei più vari settori merceologici, dal bancario all'azienda di servizi informatici, industriale, artigianale e farmaceutica.
Su 120 curriculum inviati, ne sono andati a buon fine (nel senso che mi è stato concesso un primo colloquio conoscitivo) poco più di una ventina; di questi, la maggior parte ricercavano persone con esperienza pluriennale che io oggettivamente non ho, mentre l'altra parte, nonostante la piena disponibilità di giorni, orari, impegno e determinazione da parte mia, mi hanno semplicemente "liquidato" con la classica frase "le faremo sapere": sì, se lo facessero davvero!
Perchè faccia a faccia dicono che fanno sapere sia in caso affermativo che negativo, poi, quando sono giorni che non senti nessuno e decidi di chiamare, ti senti rispondere "se siamo interessati ci facciamo vivi noi" e poi il nulla assoluto!
Questo è accadatuo con aziende che rientravano nel settore attinente al mio titolo di studio; il problema è che accade persino se si vuole fare il commesso! Ho inviato curriculum anche a Grandi Distribuzioni Organizzate sparse sul territorio e tra queste solo una, nel settore sportivo, ha risposto: mi è stato concesso il primo colloquio con il capo reparto, che sembrava interessato, mi è stato concesso un secondo colloquio con il direttore e anche qui sembrava tutto ok, anche perchè il lavoro proposto verteva su uno sport che pratico da anni e di cui ho delle conoscenze abbastanza approfondite, ma, essendo qui a scriverVi, potete immaginare come sia andata a finire.
Filo conduttore del 90%, e forse più, dei colloqui che ho fatto, e che sono falliti, è la mancanza di esperienza! Ma vorrei chiedere a tal proposito: come fa una persona a crearsi un'esperienza se nessuno vuole investire sulle nuove leve, sulle nuove generazioni?
Inoltre sento in continuazione, anche dai media, che la situazione migliora, che il lavoro c'è! Ma dove? Solo sulle vetrine dei negozi? Che poi, una volta che sottopponi loro il curriculum, non si degnano nemmeno di chiamarti e continuano a mantenere l'avviso "Cercasi personale" sulle medesime vetrine! Ma il personale lo cercano oppure è solo una facciata per dimostrare alle persone che le cose vanno bene quando la realtà è ben diversa?
Io, tolto che una piccola esperienza, la volontà, l'impegno e la serietà, non so che altro proporre! Io, come tanti altri ragazzi nelle mie condizioni, non sono un bamboccione, come qualche "ben pensante" ha provocatoriamente affermato! E a tal "ben pensante" chiedo: ora che mi ha giudicato, perchè non prova a dare una proposta di soluzione?
Marco
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