Economia

Cerco lavoro: la storia di Antonella

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Cari lettori del Giornale di Brescia,

 “stay hungry, stay foolish” (siate folli, siate affamati)! Quante volte ho letto questa frase nei giorni scorsi? È l’eredità di Steve Jobs - genio di casa Apple-  frase conclusiva del suo discorso agli studenti di Stanford, la sua ricetta per riuscire nella vita. L’intento è chiaro: la motivazione degli gli studenti affinché costruiscano un futuro seguendo le proprie aspirazioni.

Steve Jobs decisamente è uno che ce l’ha fatta. Per le sue doti, per un po’ di fortuna, per la tenacia e per l’aver cavalcato l’onda dirompente degli anni ‘80/’90, quando la tecnologia veniva finalmente proposta alle masse. Guardi ed ascolti il discorso su youtube e pensi  “Si…ha ragione….ce la posso fare, se sono tenace, se mi impegno ce la posso fare”.

Poi sfogli un giornale, apri un sito internet di offerte di lavoro e ti rendi conto che forse non è poi così facile. Ma tu sei cocciuto, e poi anche Jobs lo dice, se resti “affamato” alla fine ce la fai. E allora rispondi agli annunci, mandi il curriculum e ti presenti ai colloqui, “affamato” di un lavoro, di recuperare una dignità sociale e due lire a fine mese.  Sei disposto a fare un po’ di tutto, verrà più avanti il tempo in cui troverai il lavoro dei tuoi sogni, quello che Jobs dice sia l’ideale perché dettato dalla tua anima.
E scorri gli annunci, e man mano la sicurezza scema, e subentra la delusione.

La mia storia e’ uguale a quella di tante altre persone, ho 35 anni, una laurea in legge, anni impiegati (o sprecati?) facendo pratica gratuita negli studi legali, per scegliere poi, per vari motivi, di non fare l’avvocato. Poi, per quasi 10 anni la fortuna di lavorare in una grande azienda. Marketing e customer care, organizzazione di eventi, concorsi, correzione di bozze e grafiche, stesura di testi, problem solving. Ho imparato da zero un lavoro per me nuovo, stimolante, creativo, avvincente. Infine la scure della crisi, il primo taglio: la voce marketing, il mio posto di lavoro è saltato.

Pensavo sarebbe stato meno difficile trovare qualche alternativa. In fin dei conti la (de)formazione legale mi aveva abituata ad un certo eclettismo, ad adattarmi velocemente a settori e prodotti nuovi… eppure …. eppure ho un limite insuperabile nel mondo lavorativo di oggi: donna, due bambini piccoli, una separazione alle spalle e la necessità di fare anche la mamma, visto che non ci sono ne’ nonne, ne’ zie, ne’ tate a fare le mie veci. Questo fa sì che, come tante altre donne-mamme single, debba coniugare lavoro e famiglia, e forzatamente trovare solo un lavoro part-time, al mattino, quando i bambini sono a scuola e comunque si organizzano meglio.

Ma oggi, in una realtà dove il lavoro è un lusso, il part-time è utopia. Alle aziende forse costa troppo, forse rende troppo poco. E quindi sfogli i giornali, leggi pagine e pagine su internet, mandi curricula a destra e manca, ma ti rendi conto che - con buona pace di Steve Jobs- per quanto “affamato” o “folle” tu possa essere, lavoro (soprattutto part-time) non ce n’è.

E infine compili il censimento, dove la domanda che brucia di più è quella in cui ti chiedono “intraprenderesti un lavoro entro due settimane se ne avessi l’opportunità?”.
Sembra messa lì apposta, per girare il coltello nella piaga, ti domandi chi possa aver studiato un quesito del genere. Ho barrato la crocetta “si” con un sorriso amaro ed ho preso l’appunto mentale, a marzo, di verificare i risultati di questa risposta. 

Una vera statistica potrà forse farla il Giornale di Brescia, dall’alto dei tanti messaggi ricevuti per questa iniziativa, certo di aver in mano una fotografia verosimile del mondo (non) lavorativo cittadino.
Chiudo qui con un sentito grazie al Giornale di Brescia, sempre vicino ai cittadini, sempre disposto a dar voce alle loro difficoltà, facendo sentire, cosa non da poco, meno solo chi sta vivendo situazioni di precarietà o nullità lavorativa.
Antonella
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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