Cerco lavoro: la storia di Alessandro
Spett.le Giornale di Brescia,
mi chiamo Alessandro Benassi, ho 27 anni, sono nato e cresciuto a Brescia.
Da ormai quasi due anni sto cercando di ottenere un posto di lavoro stabile che mi consenta di porre le basi per un progetto di vita concreto.
Sino ad ora ho avuto la possibilità di svolgere impieghi esclusivamente con contratto a tempo determinato o tramite cooperative, così da vedermi costretto a cercare una nuova attività ogniqualvolta il mio breve periodo di occupazione volgeva al termine.
Faccio presente che la mia ricerca d’un impiego ha abbracciato via via ogni settore, tralasciando quelle che potevano essere le aspirazioni di uno studente per ripiegare sulla concreta necessità di uno stipendio. Non nego di iniziare a perdere le speranze.
Ogni giorno l’impegno, la voglia e le capacità vengono sminuite di fronte all’attuale situazione economica e sociale. Mi accorgo con amarezza che i molti curricula che mi trovo ad inviare vengono per lo più disattesi, riducendo la possibilità di un colloquio ad un miraggio. Ingegnarsi oggi significa fare un salto nel buio, una scommessa la cui posta prevede di giocarsi in una sola mano tutte le proprie possibilità. Vincere significa andare avanti per qualche mese. Fallire vuole dire perdere tutto.
Leggo spesso sul giornale di situazioni simili alla mia. Ragazzi e persone mature che cercano nel buio del presente uno spiraglio di luce che indichi una linea di futuro, ma c’è una nebbia che ti si stringe attorno, una nebbia fatta di risposte negative, una nebbia dove il mal comune non può generare alcun tipo di gaudio. Una nebbia sempre più spessa fatta di persone che pensano che se non riesci a trovarti un lavoro è perché ti manca la grinta, perché hai qualcosa che non va e ti guardano con gli occhi severi di chi ha conosciuto il valore della fatica. Non è facile, ma facile, per noi, non lo è stato mai.
Io non mi arrendo e spero in qualcosa di nuovo.
Cordiali saluti,
Alessandro Benassi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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