Economia

Centro Padane macina utili, ma la Corda Molle resta ferma

Nodi burocratici bloccano il subentro di Gavio nell'A21. I soci aspettano 30 milioni
L'autostrada A21 (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
L'autostrada A21 (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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La concessione è scaduta 5 anni fa, il 30 settembre 2011. Eppure Centro Padane continua a gestire l’autostrada A21. E forse lo dovrà fare ancora per un bel pezzo, di certo per la prima parte del 2017. 

Il passaggio alla «Autovia Padana spa», società del gruppo Gavio che ha vinto la gara indetta da Anas nel 2012 per la concessione della Brescia-Piacenza, è ancora in stand by. Tutto ruota attorno alla difficile applicazione della direttiva europea Eurovignette, spiegano il presidente Bruno Bedussi e il direttore generale Alessandro Triboldi. Direttiva inserita nel bando secondo la quale la tariffa autostradale va parametrata alla classe di inquinamento di un veicolo: più inquini, più paghi. Semplice da dire, difficile da fare. Al ministero, infatti, non hanno ancora trovato l’escamotage per avviare la sperimentazione. E così il passaggio di consegne resta congelato. Con almeno due conseguenze. Nonostante Centro Padane macini utili, i soci non incassano il valore di subentro, 30 milioni da spartirsi. Gli investimenti rimasti a metà non vengono poi portati avanti, ad iniziare dal completamento della «corda molle», opera nel limbo da ormai troppi anni.

Venerdì l’A21 ha compiuto 45 anni, visto che è stata inaugurata l’11 novembre 1971. A gestirla c’è da sempre Centro Padane, società controllata dagli enti pubblici bresciani, sul cui futuro ci sono molte incognite. «Viviamo uno strano paradosso - spiega Bedussi -. Siamo una società efficiente e che fa utili ma dal destino incerto». Il ministro Graziano Delrio, nella sua visita a Brescia del 17 ottobre scorso, ha assicurato risposte a breve, ma non ha sciolto i nodi. «Si tratta di questioni tecniche» ha spiegato. In sostanza per applicare la direttiva Eurovignette la rete autostradale deve essere attrezzata per calcolare il percorso reale di un mezzo. Oggi infatti si paga in base al percorso teorico, vale a dire la distanza più breve tra due punti. Succede così che la tratta Parma-Dalmine venga calcolata (e fatturata) alla Teem, anche se un mezzo percorre la A21. «Per noi è una beffa» commenta Bedussi. Fatto sta che per arrivare al percorso reale tutti i concessionari dovranno attrezzarsi con sistemi in grado di leggere la targa dei veicoli collegandosi in tempo reale con la banca dati della Motorizzazione. 

Quanto ci vorrà? Difficile dirlo. Nel 2017 dovrebbe partire una sperimentazione, ma dare tempi certi è impossibile. «Fino a che non ci sarà il percorso reale, presupposto per applicare la Eurovignette, la concessione non passerà al gruppo Gavio» spiega Triboldi. E quindi i cantieri per completare la «corda molle», nel tratto tra Ospitaletto e Fenili Belasi, non partiranno. A Centro Padane resta infatti solo la gestione ordinaria . Gli investimenti sono compito di Gavio. 

Centro Padane è una società in salute. Redditività e utili sono in forte crescita. «Con la nostra gestione - spiega Bedussi - abbiamo quadruplicato i risultati, nonostante le nostre tariffe siano le più basse ». Il 2015 si è chiuso con un utile di 9,5 milioni, record per la società. Quest’anno i numeri sono in linea. Soldi che però non vengono distribuiti ai soci, ma restano in società per far fronte ai debiti (210 milioni). Anche gli azionisti sono infatti in attesa del passaggio di mano della concessione. A quel punto Gavio dovrà versare il valore di subentro per gli investimenti fatti da Centro Padane e non ancora ripagati con le tariffe. 

Si tratta di una cifra attorno ai 260 milioni (per ottenere la quale Centro Padane ha anche fatto causa al Ministero) che servirà per chiudere i prestiti con le banche. Quel che resta potrà essere distribuito come dividendo straordinario. Nell’ultima assemblea i soci hanno deliberato all’unanimità la distribuzione di 30 milioni, ma solo dopo che sarà avvenuto il pagamento del subentro. Per il Broletto si tratta di 6,9 milioni, per la Loggia di 3,2. Potrebbero arrivare già nel 2017. Oppure restare nel limbo, chissà per quanto. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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