Centrale del latte, la sfida è diversificare prodotti e mercati

Replicare o addirittura migliorare i record del 2023 non era impossibile, ma di sicuro parecchio complicato. In Centrale del latte, comunque, ci sono andati alquanto vicino a quest’ambizioso obiettivo. «Abbiamo chiuso un biennio molto molto buono», non nasconde il direttore generale Andrea Bartolozzi, seduto al fianco del presidente Franco Dusina.
Il bilancio 2024, approvato pochi giorni fa dal Consiglio di amministrazione della società controllata dal Comune di Brescia con il 51,35% del capitale riporta un Valore della produzione pari a 85,05 milioni, in leggera flessione (-3,47%) sull’esercizio precedente; un Ebitda di 6,4 milioni contro i gli 11,23 milioni del 2023 e un utile netto di 3,11 milioni rispetto ai 5,44 milioni di due anni fa. «È il secondo miglior bilancio di sempre» sentenzia Dusina. I numeri riportati nella tabella qui a lato convalidano il suo giudizio.
Scenari
«Con l’inizio del 2025, però, è cambiato in modo radicale lo scenario in cui operiamo: la scarsità di latte a livello mondiale sta determinando un inasprimento delle sue quotazioni, il prezzo al litro è salito notevolmente (si è passati da 0,4 a 0,6 euro in circa trentasei mesi), così come in via generale sono aumentati tutti i costi di gestione – convengono Bartolozzi e Dusina –. Di fronte a questa situazione la nostra sfida è quella di mantenere gli attuali livelli produttivi, rimanendo competitivi e garantendo una buona redditività ai nostri azionisti». Come? «Abbiamo intrapreso una strategia di diversificazione dell’offerta di prodotto, del canale di distribuzione e del mercato di sbocco, a livello territoriale», spiega il direttore della Centrale del latte di Brescia.
Non è finita qui. «Per continuare ad essere competitivi – svela Dusina – abbiamo anche previsto un nuovo pacchetto di investimenti da 3,5 milioni per il biennio 2025-26».
Il punto

Presto, insomma, la Centrale del latte avrà a disposizione nuovi impianti di imbottigliamento e di trattamento termico. Nello stesso tempo potrà fruire anche di un maggiore flusso di energie rinnovabili con l’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti i fabbricati di via Lamarmora. «In questo modo – continua Bartolozzi – potremo ulteriormente crescere "fuori confine" (o "fuori Brescia" come stiamo facendo con il nostro Recappuccio, che resta il prodotto di punta), mantenendo alta l’attenzione sui costi e mettendo in evidenza le nostre potenzialità e competenze produttive, che ci permettono di ricoprire un ruolo di primo livello nell’ambito del private label».
Il progetto industriale delineato da Dusina e Bartolozzi poggia peraltro su una (molto) buona condizione patrimoniale della società. La posizione finanziaria netta a breve è positiva per 6,7 milioni, così come quella a medio lungo termine per 2,7 milioni. Il patrimonio netto, per di più, resta stabile intorno ai 25 milioni.
Nei primi giorni di maggio, il bilancio 2024 di Centrale del latte sarà portato in assemblea per l’approvazione anche dai soci. «Siamo una bella squadra (a fine 2024 i dipendenti erano 95, ndr) che condivide obiettivi e progetti – chiude Dusina –. Anche per questo motivo auspico, nel limite del possibile, che si possa consentire un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nell’azionariato di Centrale del latte. Confido che venga recepito il valore di una loro maggiore partecipazione al rischio d’impresa».
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