Cembre, crescono i ricavi e la marginalità regge nonostante l'inflazione
Il 2022 si appresta ad essere un anno felice per Cembre, società quotata al segmento Star di Borsa Italiana e tra i principali produttori europei di connettori elettrici e utensili per la loro installazione.
Nei primi nove mesi del 2022 il gruppo con quartier generale a Brescia ha evidenziato ricavi delle vendite consolidati pari a 149,0 milioni di euro, in crescita del 19,9% rispetto ai 124,3 milioni di euro dei primi nove mesi del 2021. Al 31 ottobre invece i ricavi consolidati progressivi segnano una crescita del 19,4% rispetto ai primi dieci mesi 2021.
Ma c’è di più. Analizzando la trimestrale, approvata due giorni fa dal consiglio di amministrazione guidato da Giovanni Rosani, emerge come nei primi nove mesi del 2022 le vendite del gruppo facciano registrare un’ottima performance, sia in Italia (+21,4%) sia all’estero (+18,7%). Parimente l’utile netto di periodo ha raggiunto i 24,3 milioni, in aumento del 20,4%, rispetto ai 20,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno: l'incidenza sul fatturato rappresenta il 16,3%, in linea con il dato del 2021.
Crescono poi gli investimenti nei primi nove mesi dell’anno: ammontano a 8,3 milioni, principalmente in impianti e macchinari, a fronte di investimenti nello stesso periodo del 2021 pari a 7,0 milioni.
«I ricavi progressivi dei primi 9 mesi sono aumentati del 19,9%, mostrando una buona crescita rispetto ai primi 9 mesi del 2021 - ha commentato il presidente e amministratore delegato Giovanni Rosani -. Nonostante le recenti spinte inflazionistiche anche i margini reddituali si sono mantenuti soddisfacenti».
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