Economia

Castagne: il meteo ritarda la raccolta, il virus frena la vendita

«La qualità dei frutti è buona» garantiscono da Coldiretti. La produzione provinciale resta sotto un milione di chili
In Italia si importano castagne da Grecia, Turchia e Spagna - Foto © www.giornaledibrescia.it
In Italia si importano castagne da Grecia, Turchia e Spagna - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sono il simbolo dell’autunno. Quando le giornate diventano sempre più fredde e il mese di novembre si avvicina è tempo di castagne. La raccolta è infatti iniziata, anche con un po’ di ritardo e ciò si deve alla buona stagione. Le prime castagne - viene segnalato - sono di una qualità buona e dolce e non presentano particolari anomalie. Mediamente è stimata una produzione nazionale di oltre 30 milioni di chili di castagne e una importazione di altrettanti milioni di chili per lo più da Grecia, Turchia, Portogallo e Spagna. Tuttavia a livello nazionale la domanda è ancora bassa purtroppo, a causa del Covid-19 che non permette lo svolgimento di sagre ed eventi locali, ma visto che la stagione autunnale sta entrando nel vivo e le temperature stanno diminuendo sicuramente le famiglie saranno invogliate ad acquistare il prodotto determinando così un aumento della domanda stessa.

In varie zone di Lombardia e d’Italia gli agricoltori anche nelle settimane scorse, hanno lavorato per la pulizia del bosco, dei terreni e delle zone interessate ai raccolti, ripristinando anche parte dei danni provocati dalle incursioni soprattutto dei cinghiali. Molto usuale è infatti la voglia di andare a raccoglierle direttamente attraverso escursioni che - però - devono essere ben studiate, senza cioè compromettere l’equilibrio naturale dei boschi e del lavoro agricolo.

«Anche se in ritardo di circa 15 giorni a causa problemi climatici e metereologici - spiega Luca Costa di Coldiretti Valcamonica - la raccolta delle castagne è iniziata e sta portando buoni frutti anche se si rileva qualità zuccherina e quantità leggermente inferiori rispetto all’anno scorso. Il calo quantitativo è più evidente sopra una certa altitudine, mentre nelle aree vicine alle zone abitate, la produzione si attesta a quantitativi molto significativi. Per quanto riguarda il cinipide quest’anno non ha dato problemi, si spera però sempre in un anno migliore. Tuttavia - spiega Costa - dobbiamo mettere in conto ormai i problemi climatici, che negli ultimi anni si verificano e che colpiscono duramente il territorio e visto che la maggior parte dei castagneti sono selvatici e non possono avere protezioni, come ad esempio i piccoli frutti o altre produzioni, la buona riuscita e crescita del frutto risente dell’andamento della stagione metereologica».

In anni particolarmente favorevoli la raccolta delle castagne può sfiorare il milione di chili ma sono anni che tale soglia viene vista con il binocolo proprio per le negatività del meteo e il diffondersi del cinipide. Poi quest’anno c’è il Covid che ha impedito alla castagna di trovare posto all’interno di fiere sagre e mercati dove degustarlo e venderlo con maggior facilità. Si spera nella vendita diretta in modo che la castagna si possa trovare su tutte le tavole la sua collocazione dove farlo assaporare nei suoi vari modi: dalle farine, alle marmellate, ai biscotti e in tanti altri prodotti come la pasta. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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