Economia

Cassa Padana sceglie l'autonomia

Il voto è stato chiaro: l'istituto ha scelto di avvalersi della way out consentita dalla riforma del credito cooperativo
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«Storico». È questo il termine più volte echeggiato ieri mattina nel corso dell’annuale assemblea dei soci di Cassa Padana convocati per una decisione epocale, legata cioè alla storia stessa della banca e alla novità che da questa scelta si genera. Da un lato approvare il bilancio di esercizio 2015; e al tempo stesso scegliere se aderire o meno al nuovo Gruppo bancario che incorpora in una società per azioni tutte le Bcc presenti sul suolo nazionale.
 
Ebbene i 1.252 votanti hanno detto no alla proposta di autoriforma del sistema delle Bcc e scelgono di mantenere così la propria autonomia e difendere la storia dell’istituto di credito lenese. Doppia approvazione dunque per i numerosi presenti che si sono radunati a Villa Badia. Il primo sì è giunto relativamente al bilancio relativo allo scorso anno, che si chiude con un utile di 219mila euro (9 milioni 594mila nel 2014), una raccolta diretta di un milione 598mila euro (un milione 691 l’anno pregresso) e una indiretta di 615 milioni (+65 rispetto al 2014), mentre gli impieghi sono stati un milione e 204mila (-118mila).
 
Il voto. I soci non hanno avuto dubbi, ribadendo con forza la scelta compiuta nell’assemblea dello scorso 24 maggio 2015 ed esprimendo una chiara volontà di non aderire al costituendo gruppo bancario cooperativo e di avvalersi della way out, secondo la modalità prevista dalla legge di riforma del credito cooperativo, che prevede lo scorporo delle attività bancarie e il loro conferimento in una banca spa neocostituita, controllata dalla cooperativa scorporante.
 
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