Economia

Cassa integrazione, giugno «caldo» anche a Brescia

Autorizzate quasi 9 milioni di ore. Il direttore provinciale dell’Inps: «Un dato che va contestualizzato almeno su base trimestrale»
Cassa integrazione (simbolica) - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Cassa integrazione (simbolica) - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il comparto manifatturiero bresciano corre sulle ali della ripresa, ma chiude il primo semestre dell’anno con un’impennata delle ore di cassa integrazione. Il mese scorso sono state concesse dall’Inps nella nostra provincia quasi nove milioni di ore di cig, 8,927 milioni per la precisione: gran parte delle quali (oltre 7 milioni) riguardano la cassa integrazione ordinaria.

Il dato complessivo di giugno della cassa integrazione a Brescia segna dunque un picco, che si era già registrato alla fine del primo trimestre 2021 e che dunque va commentato tenendo conto di alcuni aspetti non secondari. «Il dato di giugno non va letto su base mensile, ma almeno su quella trimestrale - spiega il direttore provinciale dell’Inps di Brescia -. Il notevole incremento delle ore di cig autorizzata è conseguente ai tempi necessari per lavorare blocchi di richieste pregresse, tenuto conto peraltro degli aggiornamenti delle procedure e dello svincolo degli stanziamenti».

Una procedura insomma, che motiva la considerevole crescita della cig anche a livello nazionale. Nel mese di giugno sono state autorizzate in tutto il Paese 527,6 milioni di ore di cig, di cui il 99,7% (pari a 520,2 milioni di ore, il 153,9% in più rispetto a maggio) di cassa ordinaria, in deroga e fondi di solidarietà con causale «emergenza sanitaria Covid-19»: per la cig ordinaria ha registrato un aumento congiunturale del 628,8%, quella in deroga del 100,1%. Le ore di cassa ordinaria autorizzate a giugno, peraltro, sono state 224,1 milioni, quasi interamente riferite alla causale «emergenza sanitaria covid-19».

Lo stesso fenomeno vale ovviamente anche per Brescia. La cig ordinaria ha interessato soprattutto i settori «Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici», «Industrie tessili e abbigliamento», «Metallurgico», «Costruzioni», «Pelli, cuoio e calzature», che insieme assorbono il 61% delle ore. Per la deroga, il settore principale è invece quello del «Commercio».

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