Cassa integrazione: a Brescia concesse 1,8 milioni di ore
Nella nostra provincia, nel mese di novembre, l’Inps ha autorizzato 1,87 milioni di ore di cassa integrazione. Un dato che segna un leggero calo rispetto al mese precedente (-7,26%) e una decisa frenata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-70,24%). A conferma, l’ennesima, della concreta ripresa delle attività nel nostro territorio. Almeno metà delle ore di cassa concesse dall’Inps riguardano la cig ordinaria (sono 949mila). Sono invece 786mila le ore di cassa straordinaria e 132mila quelle di cig in deroga. A livello nazionale, il numero di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel periodo dal primo aprile 2020 al 30 novembre 2021, per emergenza sanitaria Covid-19, è pari a 6.480,3 milioni.Lo indica sempre l’Inps nell’aggiornamento dell’Osservatorio cig.
Nel solo mese di novembre nel complesso sono state autorizzate 91,1 milioni di ore di integrazione salariale, con un calo dell’8,3% sul mese di ottobre e del 76,4% rispetto a novembre dell’anno scorso. Circa il 60% delle ore di cig ordinaria, deroga e fondi di solidarietà è stato autorizzato con causale «emergenza sanitaria Covid-19». In Italia, le ore di cig ordinaria autorizzate a novembre 2021 sono state 25,4 milioni, con una variazione congiunturale del -25% rispetto a ottobre, nel corso del quale sono state autorizzate 33,8 milioni di ore. A novembre 2020, le ore autorizzate sono state 173,3 milioni. Per la cig straordinaria sono state autorizzate 32,3 milioni di ore, di cui 4,2 milioni per solidarietà, con un incremento del 225,7% rispetto a novembre 2020 (9,9 milioni). La variazione congiunturale rispetto a ottobre 2021 è pari al +127,3%.
Gli interventi di cig in deroga sono stati pari a 12,1 milioni di ore, con un decremento del -32,4% rispetto a ottobre, mentre rispetto a novembre 2020 (73,9 milioni di ore) si registra una variazione tendenziale del -83,6%. I dati Inps sulla cig di novembre «fotografano oramai quasi l’intero 2021, restituendo un quadro in cui le ore autorizzate, pur essendosi fortemente ridotte rispetto al 2020, risultano di gran lunga superiori rispetto al periodo pre-Covid», lo dichiara il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. «La situazione di numerose aziende e settori purtroppo è rimasta critica, non tutti hanno avuto il tempo e la possibilità di tornare a normali livelli di attività dopo le riaperture - aggiunge -. Ma ora, alla luce della situazione sanitaria in peggioramento, si paventa il rischio di nuove ripercussioni sulle attività economiche. È vero che dal 2022 saranno in campo le importanti riforme degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive. La Cisl ritiene necessaria una proroga della normativa relativa alla cig con causale Covid, la cui scadenza al 31 dicembre va spostata al 31 marzo 2022».
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