Casette per bimbi e... schermi anti-virus eco e personalizzati
Dalle casette di legno per bambini alle barriere protettive al tempo del coronavirus. Senza mutare filosofia. Quella di una delle startup bresciane che hanno deciso di non restare a guardare, riconvertendo in parte il proprio know-how per offrire dispositivi di protezione dei quali, specie nella Fase 2, ci sarà a lungo bisogno.
Parliamo di Tuco (www.tucocasette.it), azienda monteclarense nata due anni fa, il primo dei quali investito in ricerca e sviluppo, per approdare alla commercializzazione di casette da giardino, parchi, aree giochi, ambienti per l’infanzia. Con un’idea di prodotto precisa: strutture calde e solide, per scelta di materiali nobili ed ecologici come il legno che si prestassero a una totale personalizzazione. Al punto da tramutare, attraverso la grafica e soluzioni modulari, una casetta in un piccolo regno della fantasia: dalla casa della principessa al castello medievale, tutto adattabile ai desiderata di ogni piccolo fruitore. Foto incluse. E quando il bimbo cresce la casetta può essere ricovertita ad altro uso, con pochi accorgimenti.
Ecco, ricoversione: è stata la parola chiave per Alberto Minotti, amministratore di Tuco, che ha provato a rideclinare la stessa idea di customizzazione e i medesimi materiali del proprio core business (in questo momento inevitabilmente compresso) per far fronte all’emergenza coronavirus.
«Con la fase 2 - spiega Minotti, grafico e docente d’accademia - avremo a lungo bisogno negli ambienti di lavoro di schermi e barriere protettive. Ci siamo chiesti come garantire postazioni sicure ma al contempo gradevoli e rassicuranti». La risposta è stata ricorrere al legno e al plexiglass riciclabile per realizzare dispositivi di protezione (già certificati dal Ministero della Salute, con relativo sgravio fiscale del 50%) totalmente personalizzabili, «con il logo dell’azienda o altre grafiche, in una logica tailor made», e modulabili, così da adattarsi alle varie esigenze di spazio e contesto. La produzione, resa possibile da un fornitore umbro che ha ottenuto esplicita autorizzazione, guarda al futuro più prossimo: «Alla riapertura, in negozi e uffici, gli schermi saranno presenza assidua, meglio se saranno in grado di rendere piacevoli i nostri ambienti».
La linea ha un nome evocativo, «VisàVis», e una declinazione per i più piccoli: colori e forme giocose possono fare la differenza nello studio di un pediatra o in un negozio per bambini. A completare la produzione, anche adesivi distanziatori da pavimento, ideati con gli stessi princìpi. Volutamente contenuti i prezzi: «I moduli vengono 65 euro. - spiega Minotti -. Il margine per noi è minimo, ma ci è sembrato giusto così, nell’emergenza che stiamo vivendo». La stessa in cui la capacità di startup e imprese della Leonessa di adattarsi (Tuco è legata ad Orgoglio Bresciano), diviene antidoto primo al fermarsi.
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