Caseificio Bolide passa agli orobici della Torre di Pallavicina

Lo storico caseificio Eredi Bonetta di Alfianello, ai più conosciuto come il «Bolide», entra a far parte della Cooperativa produttori latte di Torre Pallavicina, realtà con sede nell’omonimo comune bergamasco ma che contra tra i suoi anche 19 allevatori bresciani. L’acquisizione della quota di maggioranza del caseificio della Bassa è stata siglata la scorsa settimana e consentirà alla coop orobica di avvicinarsi al raddoppio della capacità produttiva.
La scelta
«Abbiamo disposto questo investimento per consolidare e stabilizzare la nostra realtà nell’ambito del comparto del Grana Padano, la dop che meglio valorizza il latte dei soci - non nasconde il presidente di Torre Pallavicina, Gianmaria Bettoni -, dando anche un segnale di fiducia al mercato in un momento di grande turbolenza dal lato dei prezzi. La famiglia Bonetta possedeva un caseificio storico da tre generazioni nella Bassa bresciana, ci ha scelto per i nostri valori radicati nel territorio e per garantire la continuità dell’azienda. Un passo determinante per la nostra cooperativa, voluto da tutti i nostri soci, comprese le cooperative Latte Indenne di Brescia e Comune di Brescia, che hanno compreso l’importanza dell’operazione e supportato l’acquisizione».
Il quadro
Gli allevatori bresciani associati al consorzio bergamasco sono Agm-Boldini di Ghedi, Sant’Antonio di Offlaga, Dionisio e Giuseppe Canini di San Paolo, Valter Bettoni di Lograto, Piercarlo Pea di Verolavecchia, Ferrazzoli di Manerbio, Paolo e Massimo Zani di Roccafranca, Ernesto Carrera di Quinzano, Baronchelli di Orzinuovi, Menec di Paoletti di Borgo San Giacomo, Antonioli di Leno, Naviglio di San Zeno, Giancarlo Linetti di Lograto, Roberto e Bruno Bonetti di Leno, Nicola Maggiori di Nave, Claudio Resconi di Gambara, Giulio Angelo Caldera di Gambara, Ronchi Farm di Pontevico e Pietro Bunelli di Leno.
Con l’acquisizione del «Bolide» di Alfianello, ora la coop Torre di Pallavicina sarà potenzialmente in grado di produrre oltre 110mila forme di Grana Padano (nel 2021 erano invece «solo» 60mila).
«Nel 2021 - riporta una nota - il fatturato della Torre Pallavicina è stato di poco inferiore ai 40 milioni di euro, quello del caseificio Alfianello di 28 milioni, impiegando insieme una quarantina di addetti diretti più l’indotto». Dal 2015 a oggi, inoltre, la raccolta del latte effettuata dalla realtà bergamasca è aumentata dell’80%, arrivando a toccare i 600mila quintali nel 2021 e con una previsione di 700mila nel 2022, collettando tutto latte delle stalle associate. Fattori, evidenziano dalla sede di Torre Pallavicina, che hanno consentito da un lato la crescita dimensionale delle aziende dei soci e dall’altro rilevanti investimenti strutturali.
Valorizzare
«È un passo coraggioso l’acquisire una realtà che ha quasi le medesime dimensioni della nostra - aggiunge il direttore di Torre Pallavicina Robert Roncali -, frutto di una visione di lungo termine, della capacità di leggere gli scenari e anticipare le risposte del mercato. L’operazione è stata dettata dalle esigenze dei nostri soci - chiude -: siamo convinti che investire nella filiera di un prodotto Dop sia la strada vincente per valorizzare al meglio il latte delle aziende agricole del nostro territorio».
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