Casa Italia Libia cerca opportunità di business anche per Brescia
La Libia è un paese di opportunità economiche e imprenditoriali da cui i sistemi industriale, artigianale e commerciale italiani possono cogliere interessanti opportunità. In Libia si stanno programmando opere gigantesche a cui il paese nordafricano può far fronte per le risorse economiche ma non per le capacità industriale e artigianale.
In pratica per far da volano alla «fame» di sviluppo non manca la possibilità di investire, però c’è carenza di conoscenze tecniche, attrezzature tecnologiche, macchinari, capacità di progettare e esperienza industriale, tutto quello in cui Brescia e la Lombardia eccellono. Mettere piede in Libia comunque può risultare difficoltoso. Facilitare la possibilità è compito delle camere di commercio o di associazioni che conoscono bene quella realtà dal punto di vista economico, politico e sociale.
A Brescia, dal 2018, opera «Casa Italia Libia», un’associazione avviata da Fabrizio Reggiani e Vincenzo Massardi per mettere a disposizione del «made in Brescia» decenni di esperienza nel paese e contatti sia istituzionali che imprenditoriali.
Il punto
Secondo Reggiani, il presidente di Casa Italia Libia, quello attuale sarebbe il momento perfetto per entrare in Libia e partecipare alla sua crescita. «Il Paese è descritto come pericoloso, ma la realtà è diversa - spiega -. Di questo si sono già accorti americani, inglesi, francesi, tedeschi, indiani, cinesi, coreani e turchi, che con le loro imprese grandi e piccole stanno facendo affari d’oro. Il ritrovato dinamismo libico è testimoniato da tantissimi progetti per lavori di ogni genere, sia infrastrutturali pubblici che industriali, alcuni particolarmente rilevanti».
Il progetto
Tra questi il più promettente in ottica di business è quello di urbanizzazione e industrializzazione di un’area occidentale che si estende su 350 chilometri quadrati e coinvolge venti Comuni, che ha già avuto l’approvazione del governo. Il progetto di sviluppo è condotto dall’ingegner Taher Hwesh, capo della Ccdi Garian. L’area dovrebbe essere collegata strutturalmente alle città della costa occidentale costruendo strade, autostrade, ferrovie, porti e un aeroporto.
Oltre a quelli per nuove urbanizzazioni e infrastrutture viarie ci sono progetti per espansioni agricole e perfino per la produzione di energie rinnovabili. In agricoltura spicca quello concentrato nel Fezzen, in zona sud, dove ci sono 12 milioni di piante da dattero. L’idea è meccanizzare i processi di raccolta, selezione, trasformazione e imballaggio. Una prima «missione» con imprese italiane è già stata svolta.
In tema di energia «green» invece è in costituzione la banca per il finanziamento dello sviluppo delle energie alternative. Il progetto paventa la creazione di campi fotovoltaici e eolici, oltre alla costruzione di impianti per produrre idrogeno. Per la primavera del 2023 Casa Italia Libia sta lavorando all’organizzazione di un faccia a faccia a Tripoli tra imprenditori italiani e libici, per dare la possibilità a chi lo desidera di toccare con mano la concretezza delle opportunità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato