Economia

Caro energia, per l’industria bresciana bolletta da 1,7 miliardi

È la stima di Confindustria per il 2022: un salasso di 1,2 miliardi in più rispetto al 2019. Spunta la proposta di Comunità energetiche
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CARO-ENERGIA, URGONO SOLUZIONI
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Prima la penuria delle materie prime, ora la folle corsa dei prezzi dell’energia. Sull’industria bresciana si è abbattuta una tempesta perfetta; e ad essere colpite non sono solo le «energivore» come le acciaierie, le fonderie, i cementifici e le cartiere, ma anche e soprattutto le migliaia di piccole e medie imprese di tutti i settori: dalla meccanica all’alimentare.

Realtà economiche meno di altre attrezzate a fronteggiare rincari di bollette che non hanno precedenti. Confindustria Brescia ha effettuato una stima dei rialzi dei costi per energia elettrica che subiranno le imprese bresciane nel 2022 partendo dall’analisi dei consumi nel 2019 e nel 2021. Il conto è salatissimo: secondo i calcoli del Centro Studi di via Cefalonia, per la sola componente energia il sistema industriale bresciano nel 2019 aveva pagato bollette per 447 milioni di euro; sono scesi a 318 milioni nel 2020. Ma le proiezioni per il 2022 sono da brivido e descrivono un conto che sale a 1,707 miliardi, quindi 640 milioni di euro in più rispetto al 2021 e ben 1,2 miliardi in più rispetto al 2019.

Analogo salasso per le famiglie bresciane che nel corso del 2022 andranno a spendere circa 220 milioni in più rispetto al 2019. I dati - è bene ricordarlo - sono riferiti alla sola componente energia, mentre per il gas l’incremento di costo non è calcolabile.

«Siamo nella morsa di una tenaglia - dichiara Marco Capitanio, presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia -. Per le imprese il rincaro medio rispetto al 2019 è del 282%. È vero, parliamo di proiezioni, ma questi dati non dovrebbero differire troppo dalla realtà: per le pmi la bolletta da cinquemila euro al mese è diventata da 15mila euro. Ancora una volta andiamo a limare i margini delle imprese, in alcuni casi l’azienda è costretta a lavorare in perdita».

Esiste il rischio di chiusura di alcune aziende?

«Navighiamo a vista, il pericolo è più che realistico, ma lo scopriremo solo più avanti: le piccole medie imprese familiari sono resilienti, tengono botta fino alla fine. E per natura non si lamentano. Quello bresciano è un ecosistema integrato di aziende, se si perdono pezzi la catena si inceppa ed è tutta la filiera che viene messa a rischio».

Quanto potrà reggere il sistema Brescia un costo così elevato dell’energia?

«Non a lungo, i prossimi mesi saranno decisivi. Anche perché la nostra è una provincia fortemente internazionalizzata: se le aziende girano a valle gli aumenti, viene minata la competitività in Europa. Mercati come Germania, Francia e Spagna hanno vissuto aumenti significativi del prezzo dell’energia, ma comunque inferiori a quelli registrati in Italia. Insomma si sta accendendo una spirare inflazionistica pericolosissima che potrebbe portar fuori dal mercato interi sistemi produttivi».

Cosa intendete fare? Quale strada intraprendere?

«Come Confindustria Brescia e come Piccola stiamo studiando la possibilità di creare forme di Comunità energetiche per produrre energia rinnovabile e condividerla. L’idea è ricoprire i grandi capannoni delle aziende con impianti fotovoltaici e condividere l’energia prodotta in eccesso. Il modello basato sulla condivisione e la forma energetica collaborativa è un passaggio culturale che dobbiamo fare insieme».

Quando si potrà partire?

«Il progetto di fattibilità è in fase avanzata. Nelle prossime settimane sonderemo agli associati per verificare l’ineterese. È importante una partecipazione massiccia da parte delle imprese: riuscire a produrre energia rinnovabile e pulita significa svincolarsi dagli andamenti del mercato».

Come giudica i provvedimenti annunciati da Draghi?

«È ancora prematuro. Vediamo cosa partorirà il Governo nei prossimi giorni. Una cosa è certa: siamo sempre un po’ in rincorsa, manca una strategica energetica nazionale. Confindustria, le aziende e i cittadini chiedono un piano di medio lungo termine in grado di dare certezze alle imprese e a chi intende investire nel nostro Paese».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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