Camozzi, tecnologia israeliana per la cybersicurezza dei siti
L’Italia è più che mai nel mirino dei cybercriminali. Le violazioni alla sicurezza informatica per istituzioni ed aziende nel 2022 hanno segnato un record di +168% nel 2022 rispetto al 2021, mentre la media mondiale è a +21%. A rivelarlo è il Rapporto Clusit 2023, dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica. Tra le vittime più colpite ci sono in testa siti governativi e della pubblica amministrazione (20%), ma subito dopo viene il comparto manifatturiero (19%), poi la sanità (12%), ma non è da meno il settore scolastico-universitario (8%). La pressione maggiore - secondo quanto emerge dal rapporto - nel 2022 si è concentrata sulle aziende del made in Italy che hanno subito una crescita del 191% degli incidenti, cioè gli attacchi andati a buon fine.
Per queste ragioni oggi per le imprese diventa fondamentale comprendere il proprio livello di esposizione al rischio «cyberattacchi» e mettere in totale sicurezza i propri sistemi tecnologici.
La partnership
Rientra in questa logica la partnership siglata dal bresciano Gruppo Camozzi, leader nella produzione di soluzioni per l’automazione industriale, e Radiflow, società israeliana del gruppo Sabanci Holding che è a sua volta tra i principali player globali nella Cybersecurity industriale e Operational Technology (Ot). Le due società ieri hanno annunciato un accordo di collaborazione per implementare tecnologie di cybersecurity in tutti i principali siti produttivi dell’azienda bresciana.
La strategia
Camozzi sceglie quindi tecnologia israeiana (il massimo presente oggi sul mercato), per massimizzare sicurezza e stabilità dei propri sistemi industriali, già caratterizzati da un livello molto elevato di affidabilità tecnologica. L’israeliana Radiflow è nata pochi anni fa e nell’aprile del 2022 è stata acquisita dal Gruppo Sabanci, leader di mercato nei settori dei servizi finanziari, dell’energia e industriale. È presente con uffici in Europa, Usa, Turchia, Israele e Asia , con installazioni attive in oltre 6.000 siti nel mondo.
«L’accordo - si legge in una nota del gruppo bresciano guidato da Lodovico Camozzi - nasce dalla consapevolezza che il presidio della sicurezza e della stabilità delle infrastrutture industriali, in qualsiasi settore si operi, è un aspetto fondamentale e strategico del business».
Ma l’intesa con l’israeliana Radiflow fa un ulteriore passo in avanti. «Il rischio cybersecurity dei sistemi informatici è già noto da anni, ma il rischio Cybersecurity OT - indirizzato ai sistemi produttivi con attacchi che toccano non solo l’infrastruttura IT ma tutti i sistemi del processo di produzione - è un fenomeno in forte espansione, in Italia e nel mondo. Comprendere non solo le vulnerabilità e la fonte degli attacchi, ma anche poter confidare su sistemi performanti di risk management diventa quindi decisivo per qualsiasi società manifatturiera».
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