La Bussola della Competitività per orientare il destino dell’Europa
![La presidente Ursula von der Leyen e il vice presidente esecutivo Stéphane Séjourné - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1gx6klwp4hjpfhrso9q/0/la-presidente-ursula-von-der-leyen-e-il-vice-presidente-esecutivo-stephane-sejourne.webp?f=16%3A9&w=826)
«Ora abbiamo un piano. Abbiamo la volontà politica. Ciò che conta sono la velocità e l’unità. Il mondo non ci aspetta». Non poteva essere più chiara la presidente della Commissione Ursula von der Leyen presentando mercoledì la Bussola della Competitività, piano politico e insieme industriale figlio della Relazione settembrina di Mario Draghi e canovaccio sulla base del quale costruire il futuro, o meglio il destino, dell’Europa.
Di tutta l’Europa, nessuno escluso e tutti i settori compresi, perché la Bussola abbraccia trasversalmente ogni aspetto produttivo, orientando aziende e cittadini in base a tre punti cardinali: colmare il divario di innovazione con il resto del mondo (Usa e Cina su tutti), spingere sulla decarbonizzazione e ridurre le dipendenze eccessive dall’estero - in particolar sul fronte energetico - aumentando al contempo la sicurezza dell’Unione.
Punti cardinali
Sul fronte innovazione le principali novità riguardano il campo delle deep tech, con il preciso intento di travasarle all’interno del tessuto delle imprese. In quest’ottica si inserisce l’annuncio di una specifica iniziativa sulle gigafactory destinate ad alimentare l’intelligenza artificiale, puntando. poi su un’applicazione pratica dell’AI.
Oltre a ciò sono previsti interventi nei campi dei materiali avanzati, delle tecnologie quantistiche, di quelle spaziali, delle biotecnologie e della robotica, così come si delineerà una specifica strategia per startup e scaleup. Si inserisce in questo contesto il lancio di un 28esimo regime giuridico per semplificare le norme in vari ambiti: diritto societario, fallimentare, del lavoro e tributario.
Parlando di decarbonizzazione il punto di partenza sarà ancora una volta il Green Deal, di certo rimodulato e improntato a quei principi di neutralità tecnologica tanto cari all’industria bresciana e italiana.
Tutto però dipenderà dal contenuto del prossimo Clean industrial deal anticipato da von der Leyen, che dovrebbe essere svelato a fine febbraio. Capitolo sicurezza: la Bussola in questo ambito evoca una nuova gamma di partenariati per il commercio e gli investimenti puliti che contribuiscano a garantirle l’approvvigionamento di materie prime, energia pulita e combustibili sostenibili. Nel mercato interno la revisione delle norme sugli appalti pubblici «consentirà l’introduzione di una preferenza europea in settori e tecnologie critici».
Soldi
Ma per fare tutto questo servono, oltre alle idee e i buoni propositi, i soldi. Tanti soldi. Nessun accenno si fa su quel debito comune paventato dal Rapporto di Mario Draghi. E a dire il vero poco chiari appaiono gli strumenti annunciati a corredo della Bussola.
Si fa accenno a una futura «Unione europea dei risparmi e degli investimenti», con lo scopo di creare «nuovi prodotti di risparmio e di investimento, fornire incentivi per il capitale di rischio e garantire la fluidità dei flussi finanziari».
Curiosità aleggia intorno invece a quel «Fondo per la competitività» che dovrebbe sostituire molti degli strumenti di sostegno attualmente attivi in Ue. Le parole ci sono, ora serve però trasformarle in fatti, in azioni concrete e in certi strumenti di sostegno economico. Perché innovazione, sicurezza e decarbonizzazione rischiano di rimanere solo bei propositi senza un’impalcatura finanziaria solida che li possa sostenere.
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