Brescia, tante imprese femminili ma il gender gap resta un problema
A Brescia il gender gap continua ad essere un problema. Sebbene infatti sul territorio risultino esserci 21.999 imprese a conduzione femminile, settima provincia in Italia per numero assoluto, queste rappresentano solamente il 21,1% del totale delle 104.474 aziende attive al 30 settembre 2024. Un dato inferiore alla media italiana del 22,7% che pone il Bresciano al non invidiabile 87esimo posto nella classifica delle 105 province nazionali.
A dirlo sono i dati forniti dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
I dati nazionali
Scendendo nello specifico si scopre come a guidare la graduatoria nazionale (dal conteggio sono escluse le libere professioni) sia Cagliari con il 40,5% delle attività guidate da donne sul totale provinciale (in valore assoluto sono 13.340). Seguono Benevento con 30,5% (9.227), Avellino con il 30,2% (11.149), Nuoro con il 29,3% (6.743) e Chieti con il 28,9% (11.009). Prima provincia del Nord è La Spezia che si colloca al 18° posto a livello nazionale con una incidenza del 26,4% (4.582).
In base al numero assoluto invece in vetta c’è Roma con 76.519 attività femminili (pari al 22,7%). Seguono Milano con 57.341 (17,9%, la percentuale peggiore in Italia), Napoli con 55.904 (21,7%), Torino con 44.051 (22,4%) e Bari con 27.975 (28,9%).
I settori
Per quanto riguarda invece i settori di attività secondo la Cgia di Mestre circa il 56% delle donne imprenditrici attive nel Paese è impiegato nei comparto dei servizi alla persona (negozi di parrucchieri, cura estetica, tatuaggi, massaggi, lavanderie ecc.) e dei servizi alle imprese (in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e consulenti del lavoro).
Poco meno del 20% opera invece nel commercio, mentre il 10% è attivo nell'Horeca e solo il 6% nell'industria. Medesima percentuale si riscontra anche nell'agricoltura.
In Europa
Ma l’Italia può vantare, pur a fronte del tasso di occupazione femminile più basso d'Europa – nel terzo trimestre 2024 le donne italiane occupate sul totale della popolazione era del 53,6% contro una media Ue del 66,5% – il numero più elevato di lavoratrici indipendenti in termini assoluti. Nel 2023, le donne italiane in possesso di partita Iva (artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste) erano infatti ammontano a 1.610.000, a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania.
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