Economia

Brescia in Borsa, il 2012 chiude in rosso

Nella prima parte dell'anno il crollo, poi un lieve recupero. Ma si salvano solo Ubi Banca e Cembre. Calo pesante per A2A: -40,5%.
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Il saldo finale è comunque negativo. Ma, stando alle premesse, il conto avrebbe potuto essere molto più salato. Nel corso del 2012 (oggi è l'ultimo giorno di contrattazione), le imprese bresciane quotate in Borsa hanno lasciato sul campo 760 milioni di euro e oggi la capitalizzazione complessiva è di 4,73 miliardi (contro i 5,49 di fine 2011). Per avere un'idea del crollo di questi anni, basti pensare che a metà 2010 le azioni della nostra provincia valevano complessivamente 10,25 miliardi. La flessione media del 2012 è stata quindi meno marcata rispetto all'anno precedente, anche perché l'impresa più «pesante», Ubi Banca, è una delle due bresciane ad aver recuperato rispetto al 2011 (l'altra è Cembre).

Partiamo proprio dall'istituto di credito. Nei dodici mesi, il titolo di Ubi ha guadagnato l'8,9% e oggi la capitalizzazione in Borsa è pari a 3,1 miliardi (2,8 alla fine dello scorso anno). Il recupero è avvenuto interamente nel secondo semestre: a fine giugno, infatti, l'azione Ubi era negativa per il 18% rispetto a inizio 2012. Il titolo vale oggi 3,52 euro; in febbraio aveva raggiunto i 4,11 euro, ma successivamente c'era stato un crollo e, in luglio, un'azione della banca valeva 1,82 euro.

Netto calo invece, nel corso dell'anno, per il titolo di A2A: -40,57% rispetto a fine 2011. Una caduta che fa seguito a quella dei precedenti dodici mesi, quando il valore delle azioni della multiutility era calato del 30%. La capitalizzazione in Borsa è ora pari a 1,34 miliardi, dai 2,34 di un anno fa.

Peggio di A2A, tra le bresciane, ha fatto solo Screen Service, su cui peraltro è stata lanciata un'opa (da parte di Monte Bianco), poi fallita. Il valore delle azioni dell'azienda bresciana è diminuito del 59,9% e oggi la capitalizzazione è di 21,77 milioni (61,43 dodici mesi fa).

Molto positiva, al contrario, la performance di Cembre, l'azienda di Brescia che produce connettori elettrici a compressione. A fine giugno, il valore del titolo era cresciuto del 13%, mentre l'anno si è chiuso con un +15,5%. La capitalizzazione è ora pari a 108,38 milioni dai 93,38 di dodici mesi fa.

Quasi un pareggio per Gefran e Poligrafica San Faustino. L'azienda di Provaglio che realizza sensori e componenti per l'automazione ha chiuso l'anno con un calo del 3,92%; il valore delle azioni in Borsa è di 38,74 milioni. Il gruppo di Castrezzato, invece, ha perso il 6,38% e oggi la capitalizzazione è di 4,56 milioni.

Dopo una prima parte dell'anno positiva (il record è del 20 marzo, quando un'azione valeva 14,3 euro), per Sabaf c'è stato un lento ma costante calo in Borsa e, alla fine, la perdita è del 25,19%. Il punto più basso è stato raggiunto il 6 settembre, a quota 7,52 euro (oggi il valore di un'azione è 8,8 euro). La capitalizzazione in Borsa per l'azienda di Ospitaletto che produce componenti per le cucine a gas è di cento milioni di euro, contro i 132 di un anno fa. Sabaf, peraltro, aveva perso il 55% nel corso del 2011.

Nuova flessione anche per Bialetti Industrie, che perde in un anno quasi il 30%. Il controvalore delle azioni a Piazza Affari è pari a 13,92 milioni, contro i 19,86 di fine 2011.
Le azioni bresciane hanno quindi fatto peggio della media di sistema, visto che l'Ftse Mib è cresciuto del 9,36% nel corso di quest'anno. Nella seconda parte del 2012, tuttavia, c'è stato un parziale recupero che ha evitato di ripetere il crollo del 2011. L'auspicio è che nel nuovo anno prosegua questo trend rialzista, sia pure contraddittorio e non universale.

Guido Lombardi

g.lombardi@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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