Gli artigiani: «Brescia dimenticata dalla politica nazionale»
Non vedono la luce in fondo al tunnel, gli artigiani bresciani, che dopo un 2024 piuttosto fiacco si affacciano al 2025 appena iniziato con una buona dose di timori, per la mancanza di investimenti ma anche per la carenza di infrastrutture e la poca incisività della politica bresciana ai tavoli nazionali.
A metterlo nero su bianco è l’indagine «Tra bilanci e aspettative. Le sfide per le imprese bresciane nel 2025», condotta nei primi giorni del nuovo anno da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale su un campione di 328 realtà associate provenienti dai più disparati settori, dalla metalmeccanica (21%) agli impianti (18%) sino ad alimentazione (16%), gomma e plastica (15%) ed edilizia (12%), senza dimenticare benessere (8%) e trasporti (4%).
La survey
Dati alla mano, la survey evidenzia come il 2024 si sia rivelato meno dinamico del previsto, con il 46% delle imprese che ha registrato una stabilità economica rispetto all’anno precedente ma con il 28% che dichiara invece di avere subito un calo e solo il 14% una crescita, mentre per l’anno in corso prevale un diffuso pessimismo. Ben il 39% del campione prevede infatti un peggioramento delle condizioni economiche, contro appena il 18% che si attende un miglioramento.
Le priorità
A fronte di queste difficoltà, gli artigiani bresciani individuano priorità chiare per il loro rilancio: investire in innovazione e digitalizzazione (26%), potenziare la formazione del personale (23%) e rinnovare le attrezzature e gli impianti (22%) sono in cima alla lista, mentre resta bassa la percentuale di coloro che pensano di investire nell’ambiente (9%) o di inserire in azienda nuovo personale (4%).
Quello che però più colpisce dell’analisi in chiava bresciana è la percezione diffusa di insufficiente rappresentanza politica per Brescia. Solo il 18% dei rispondenti, infatti, ritiene Brescia adeguatamente rappresentata politicamente, mentre le restanti imprese rispondono tra negativamente (38%) e solo in parte (44%).
Cosa serve
Carenza che si riflette anche nelle priorità segnalate per il sistema Brescia: in testa spicca un deciso potenziamento delle infrastrutture provinciali (62%), seguito a stretto giro da una maggiore incisività nelle richieste rivolte al Governo e ai parlamentari (54%) e dal rafforzamento della logistica e dei trasporti (48%).
Subito dopo si piazzano il miglioramento del sistema aeroportuale di Montichiari (24%), lo sviluppo della mobilità dolce con piste ciclabili e percorsi pedonali (18%), e la svolta green ed ambientale (16%), in uno scenario che evidenzia l’urgenza di migliorare la competitività e l'accessibilità del territorio provinciale.
«Quanto emerge conferma che troppo spesso le nostre richieste per Brescia rimangono inascoltate e sottolinea la necessità di interventi strutturali per favorire la competitività del territorio e sostenere un comparto artigiano che rimane il cuore pulsante dell’economia locale. Brescia ha bisogno di una scossa, di un vero cambio di rotta», commenta il presidente Eugenio Massetti che ribadisce l’urgenza di «supportare le imprese con azioni concrete e investimenti mirati, affinché il tessuto imprenditoriale della nostra provincia possa affrontare le sfide del 2025 con strumenti adeguati e fiducia nel futuro».
La survey di Confartigianato si sofferma anche sul tema della percezione dell’insicurezza sociale e dei fenomeni di criminalità, reati informatici e insicurezza in azienda, indagando quanto questi elementi influenzino il mercato e la gestione dell’attività d’impresa: su questo fronte, considera il peso di tali fenomeni sul business aziendale come moderato il 42% delle aziende che hanno risposto, mentre il 38% ritiene che influisca in modo significativo.
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