Economia

Brescia all’inseguimento dei livelli di ricchezza pre Covid

Il nostro territorio è fuori dalle 22 province italiane che nel 2021 erano tornate sopra il valore aggiunto del 2019
Il Bresciano punta ai livelli pre Covid - © www.giornaledibrescia.it
Il Bresciano punta ai livelli pre Covid - © www.giornaledibrescia.it
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Non c'è Brescia tra le 22 province italiane che nel 2021 erano tornate sopra il valore aggiunto del 2019, l'anno prima dello scoppio della pandemia.

Dai dati elaborati dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne emerge che il nostro territorio si colloca tra i 32 che riportano una variazione percentuale tra zero e -1,2% rispetto al 2019. Ma il confronto è sfavorevole perché per Brescia il 2019 è stato l'anno migliore degli ultimi 22. 

Nessuna delle province lombarde ha il segno più. Mantova, Cremona, Pavia, Milano, Varese e Sondrio registrano flessioni superiori all'1,2%, quindi sono rimaste più indietro di Brescia. La maggior parte delle 22 province italiane in positivo sono in Campania, in Sicilia ed in Umbria: le performance peggiori sono nel Nord Est e lungo la dorsale adriatica. La media nazionale rilevata è -1,2%.

I settori

Nella classifica della variazione della componente Servizi, Brescia si colloca nella fascia -3,2%/-2,2%, contro un dato nazionale pari a -2,9%. Ben 98 province su 107 sono molto lontane dai livelli di partenza. Tra le più indietro, Bolzano e Trento, colpite nel loro settore turistico dalle chiusure e dai lockdown. Ai primi posti invece, si trovano Avellino, Benevento e Caserta. 

Per quanto riguarda l'industria in senso stretto, l'anno scorso Brescia non aveva ancora raggiunto i livelli del 2019, anche se i dati sull'export del secondo trimestre diffusi oggi da Confindustria Brescia mostrano che nel 2022 la musica è cambiata. A fronte di un +1,9% nazionale, Brescia entra nella fascia -0,6%/-1,6%, quella dove si trovano Bergamo, Mantova, Como, Varese e Cremona. La Lombardia non brilla, solo Monza, Milano e Lodi sono in positivo. Nel Nord Italia, i risultati migliori sono nella parte occidentale, ma anche per questo parametro, le vere sorprese sono nel Mezzogiorno: Matera +12%.

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Per quanto riguarda l'agricoltura, gli analisti del Tagliacarne mettono Brescia tra le province che si trovano sopra il livelli del 2019, quelle che registrano una performance tra +0,9 e +5,1%. In questa area, in Lombardia ci sono Bergamo, Mantova e Pavia, un po' meglio di Cremona e Milano, ma sotto il risultato di Lodi.

Nelle costruzioni, dove grazie all'effetto Superbonus 110% il valore aggiunto è ben sopra il livello del 2019 (+13% il dato nazionale), Brescia è nella fascia +13%/+19%.
Se si passa al valore aggiunto pro capite, Brescia migliora la posizione rispetto al 2019 e si piazza al quattordicesimo posto con 31.315 euro, era quindicesima due anni prima. Subito sotto Bergamo, a 31.220 euro. Al primo posto si conferma Milano con 49.331 euro.

Sostenibilità

Milano è ai primi posti anche della classifica sulla sostenibilità delle province italiane elaborata da Cerved. La mappa italiana definita in base all'indice che sintetizza la componente economica, sociale e ambientale - mostra un ampio divario tra il Nord e il Sud della Penisola. A parte il capoluogo lombardo, ai primi posti ci sono Bolzano, Padova, Trento, Treviso e Bergamo, agli ultimi Siracusa, Vibo Valentia, Agrigento, Reggio Calabria e Crotone chiudono la classifica. 

Il Rapporto Italia Sostenibile di Cerved presentato oggi mostra che le prime province per indice di sostenibilità economica sono tutte al Nord. Bisogna scendere fino alla 17ma posizione per trovare Firenze, alla 24esima per Roma e alla 60esima per la prima provincia del Sud, Bari.

Anche per quanto riguarda la sostenibilità sociale, fortemente correlata a quella economica, è il Nord a guidare. Le prime dieci province, con la sola eccezione di Pisa, sono nel Settentrione. Le ultime risultano Crotone, Reggio Calabria e Caserta. In particolare, nelle province del Sud è più alta la quota di famiglie a rischio di esclusione sociale.

L'indice di sostenibilità ambientale (livelli di inquinamento, situazione idrogeologica e sismica, gestione delle scorie e dei rifiuti, rischio della transizione energetica nei sistemi produttivi) non replica invece la spaccatura tra Nord e Sud: Macerata, Bergamo e Monza Brianza sono le tre province migliori, Siracusa, Isernia e Ferrara le peggiori. In termini di riconversione energetica (energia generata da fonti rinnovabili) Brescia è la numero uno in Italia, seguita da Torino e Aosta.

*Websim.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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