Economia

Brescia, a giugno l'inflazione rallenta la sua corsa

Tasso al 5,8%: buon segnale per i risparmiatori bresciani, anche se il dato resta sopra gli obiettivi della Bce (2%)
RALLENTA L'INFLAZIONE
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Nel mese di giugno 2023 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registri una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% nel mese precedente, confermando la stima preliminare. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ulteriormente (da +6,0% a +5,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,2% registrato a maggio a +5,8%, da fonte Istat).

Nel Bresciano viene sostanzialmente rispecchiata la tendenza nazionale: a giugno l'inflazione registra un lieve aumento a livello congiunturale (+0,3%), ma, a livello tendenziale (ossia la variazione dei prezzi rispetto ai dodici mesi precedenti), rallenta la sua crescita (+5,8%).

Cosa significano i dati?

Si tratta di un buon segnale per i risparmiatori bresciani, anche se il tasso di inflazione resta comunque sopra gli obiettivi della Bce (2%) e ciò comporterà inevitabilmente un ulteriore rialzo dei tassi di interessi e quindi un onere maggiore sui conti correnti o sui risparmi.

EMBED [I dati]Un aumento nei prezzi si registra principalmente per le divisioni «Servizi ricettivi e di ristorazione» (+3,4%), «Trasporti» (+0,7%) e «Ricreazione, spettacoli e cultura» (+0,4%). Incrementi minori si sono verificati per «Prodotti alimentari e bevande analcoliche» (+0,1%) e «Bevande alcoliche e tabacchi» (+0,1%). In calo, invece, le divisioni «Abitazione, acqua, elettricità e combustibili» (-2,2%), «Comunicazioni» (-0,5%), «Mobili, articoli e servizi per la casa» (-0,1%). Stabili le divisioni di «Abbigliamento e calzature», «Istruzione», «Altri beni e servizi» e «Servizi sanitari e spese per la salute».

Confronto con il 2022

Rispetto allo stesso mese dello scorso anno (variazioni tendenziali) le divisioni che presentano elevati aumenti sono «Prodotti alimentari e bevande analcoliche» (+8,6%), «Servizi ricettivi e di ristorazione» (+8,6%), «Abitazione, acqua, elettricità e combustibili» (+7,4%, in forte calo rispetto al mese precedente), «Mobili, articoli e servizi per la casa» (+6,4%) e «Ricreazione, spettacoli e cultura» (+5,9%). Aumenti inferiori all’indice generale (+5,8%) si sono registrati per le divisioni «Abbigliamento e calzature» (+4,9%), «Bevande alcoliche e tabacchi» (+4,3%), «Altri beni e servizi» (+3,6%), «Servizi sanitari e spese per la salute» (+1,1%), «Trasporti» (+0,5%) e «Comunicazioni» (+0,4%). In lieve calo, la divisione dell’«Istruzione» (-0,1%).

Panoramica dei prodotti

Analizzando per tipologia di prodotto, i «beni» presentano complessivamente un lieve calo congiunturale (-0,3%), sintesi degli andamenti contrapposti dei Beni energetici (in diminuzione -3,0%) e del lieve aumento dei beni alimentari (+0,1%), soprattutto di quelli lavorati (+0,2%). All’interno della voce «Servizi», in lieve crescita (+1,1%), la voce che presenta il maggiore incremento è quella dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,6%), seguita dall’aumento dei Servizi non regolamentati (+1,2%). In termini tendenziali, i «beni» aumentano del +6,6%, mentre per i «Servizi» le variazioni tendenziali sono meno marcate (+4,5%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto, sono in lieve aumento le variazioni congiunturali dei prodotti a Media frequenza (+0,7%) e a Alta frequenza (+0,1%), mentre sono stabili quelli a Bassa frequenza. Rimangono piuttosto elevate, in aumento rispetto al mese precedente, le variazioni tendenziali dei prodotti a Media (+8,0%), Alta (+4,4%) e a Bassa (+4,2%) frequenza di utilizzo.

Il rallentamento dell’inflazione continua a essere fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in apprezzabile calo rispetto a maggio. Nel settore alimentare, l’ulteriore frenata del ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei prodotti lavorati contribuisce alla decelerazione dell’inflazione di fondo (scesa a +5,6%). Prosegue, infine, la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che a giugno è pari a +10,5%.

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