Bonomi Group, ricavi a quota 300 milioni: «Ora sogniamo lo stabilimento negli Usa»
Trecento milioni di euro di fatturato. L’esercizio 2022 per Bonomi Group si è chiuso con numeri da record, i più alti della storia del gruppo. «È una cifra per noi impensabile fino a qualche anno fa», confida il Cavaliere del lavoro Aldo Bonomi, affiancato dal fratello Carlo.
«Il 2022 è stato un anno particolarmente fortunato, che difficilmente si potrà ripetere. Siamo riusciti a gestire al meglio le sinergie, aumentando la marginalità; abbiamo spinto al massimo gli impianti riuscendo ad evadere commesse importanti. Il 2023 è un anno di assestamento, registriamo una crescita del 2%. L’obiettivo che ci siamo dati è consolidare questi risultati».
In 5 anni 9 acquisizioni
Il gruppo ha vissuto una crescita tumultuosa. La famiglia Bonomi - accanto ai fratelli Aldo e Carlo nei posti chiave ci sono i figli Mario, Marta, Monica, Massimo e Alessandra - negli ultimi cinque anni ha portato a termine ben 9 acquisizioni: a cominciare dalla Frabo di Bordolano, entrata nel loro perimetro sociale nel 2019; per passare alle emiliane Loclain e Quam, prese nel 2020; poi la lumezzanese Tvl-Tecnovielle nel luglio 2021; lo scorso anno era stata la volta della Ghibson Italia di Zola Predosa, in provincia di Bologna; della sua commerciale Ghibson & Co di Nova Milanese; della Penta di Mazzano e della svedese Avs Ab di Malmö (oggi diventata Bonomi Scandinavia). L’ultimo «ingresso» è dello scorso aprile: si tratta della Chibro di Montano Lucino, in provincia di Como, specializzata nella produzione di raccordi in acciaio inossidabile e cupronichel per il settore navale e per quello industriale.
«Non è stato un percorso in discesa, l’acquisizione di un’azienda è cosa complicata - spiegano i fratelli Bononi -. Ma ancora più difficile è integrarla dal punto di vista produttivo e commerciale. Ogni operazione richiede rimodulazione dei piani di investimento: serve flessibilità».
Il sogno americano
Nessun nuovo dossier sul tavolo, ma i fratelli Bonomi hanno un grande sogno nel cassetto: aprire uno stabilimento produttivo negli States. «Gli Usa sono un mercato importante per noi, che oggi vale circa 40 milioni di euro - dichiara il presidente -. Non nego che ci abbiamo pensato, ma al momento resta un grande sogno, non c’è nulla di concreto. Il gruppo è concentrato sull’integrazione delle nuove società acquisite: e lo stiamo facendo con un piano investimenti da 32 milioni, 15 dei quali per l’ampliamento degli immobili. Perchè per crescere servono nuovi spazi».
Lo sguardo è rivolto al futuro e alla nuova generazione dei Bonomi, già stabilmente in azienda. «È questa la nostra soddisfazione più grande - confida Carlo Bonomi -. I nostri figli stanno dimostrando di essere volenterosi, capaci e preparati. Questo è fondamentale per il futuro delle nostre aziende».
Il consolidato
Il migliore esercizio di sempre per Bonomi Group, con un fatturato consolidato che cresce di oltre il 22% passando da 245,2 milioni a 300,7 milioni. I pilastri del gruppo sono: Rbb che porta i ricavi da 76 a 138 milioni; bene anche Valbia (da 23 a 30 milioni) e Valpres (da 24 a 30 milioni); le vendite di Frabo passano da 60 a 70 milioni.
Il Margine operativo lordo consolidato è di 78,8 milioni (61,5 milioni nel 2021). Il gruppo chiude il 2022 con un utile netto di 34,2 milioni (era di 25,6 milioni nel 2021) dopo ammortamenti per 29,2 milioni e imposte per 12,5 milioni.
Importanti investimenti sono previsti nel 2023 per la crescita interna del personale con l’avvio di due nuove «Academy»: una nel sito di Bordolano ed una a Gussago. Nuovi accordi con gli istituti tecnici per l’alternanza scuola-lavoro. Obiettivo: fare crescere le maestranze e fidelizzare i dipendenti (sono 852 nel gruppo compresi gli interinali). Va in questo senso l’accordo siglato con la Fondazione Ant per un programma di screening preventivo destinato a tutti i dipendenti che nel 2022 ha portato importanti risultati.
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