Bonometti investe a Rezzato: per Omr nuovo centro direzionale
Il mondo dell’auto, tra tradizionali sempre più leggere, elettriche alla spina pure o ibride plug in, oppure con guida senza conducente sta per esser attraversato da una trasformazione che molti giudicano ancor più profonda di quella avvenuta con il passaggio dalla carro alla macchina.
Come sarà affrontata nei prossimi anni la ricaduta di questo cambiamento sull’automotive e sulla sidermetallurgia, visto che ad oggi viti e molle di una autovettura incominciano ancora la loro vita in acciaieria, le lamiere delle carrozzerie dove si producono prodotti piani, la componentistica nella metallurgia e nella meccanica?
Omr di Rezzato - che quest’anno compie cento anni (nata come Fratelli Tirini nel 1919 fabbricando macchine per la lavorazione del marmo, poi - dopo aver superato quella terra di mezzo che è stata la guerra - dal 1948 come Omr) - come affronterà questa rivoluzione?
Marco Bonometti, presidente della società, risponde «Cambiamenti e trasformazioni ne abbiamo superati tanti e scavalcheremo anche i prossimi: certo si ridisegneranno nuove mappe nella realizzazione delle auto con attori e conoscenze diverse, anche se la rivoluzione non deve incominciare, ma con la digitalizzazione e con le nuove abitudini del consumatore è iniziata da tempo. A questo aggiungiamo il mercato del diesel in discesa (dal 56,7% al 52,4% lo scorso anno) con recupero di quello a benzina, gpl, ibride ed elettriche e quindi nuove esigenze».
Auto termiche addio allora? «Piano, piano i numeri parlano chiaro: ibride e ibride plug in nei primi mesi del 2018 secondo Unrae (l’associazione dei rappresentati di auto, ndr) hanno superato di poco i 73.000 modelli, passando dal 3,2% al 4,8%, numeri indicativi di un cambiamento ma ancora piccoli. E poi...». E poi? «Poi c’è il problema delle batterie, fattore fondamentale: la stragrande maggioranza dei costruttori ha scelto il litio, con una tecnologia diffusa ma non scontata».
Non a caso a Bologna è nata la società Bettery, spin off dell’Università, che sta sviluppando il prototipo di una batteria litio- aria particolarmente innovativa (con solida copertura di brevetti), verde, che può esser ricaricata sostituendo un liquido; un progetto che potrebbe rivoluzionare il mercato dell’auto elettrica.
Il presente cosa ci mette davanti? «Una fiscalità che va contro l’auto, ed i dati delle vendite lo confermano: il calo del settore è del 3,1% con 1,91 milioni di immatricolazioni contro 1,97: un calo che si affianca a quello delle costruzioni, dell’immobiliare e degli investimenti in generale. Prendiamo la tassa sulle immatricolazioni di auto a motori tradizionali che vengono fiscalizzate, mentre le elettriche e le ibride, pari al 4,8% delle vendite, ottengono incentivi.
Dove sta la logica se non nel fare cassa? Il risultato è che Fca ha congelato gli investimenti ed anche noi faremo altrettanto, investiremo il minimo indispensabile o l’irrinunciabile». In numeri? «Nel 2018 abbiamo investito 50 milioni, quest’anno scenderemo sotto i venti. Inoltre assunzioni bloccate e altrettanto per i rinnovi dei contratti».
Dove investirete? «Abbiamo ampliato Modena dove fabbrichiamo telai in alluminio per Ferrari, stiamo ampliando la fonderia di Pavone dopo aver rinnovato Rovereto. Nella sede di Rezzato investiremo in nuovi uffici. E qui mi dovrò smentire: dopo aver sempre detto che si deve investire in impianti, questa volta lo farò nel nuovo centro direzionale del gruppo, concentrando board, progettazione, laboratori di ricerca e amministrazione in 10mila metri che realizzeremo fronte autostrada su progetto dello studio milanese Aiace. Dove oggi abbiamo l’amministrazione verrà la mensa e dove c’è la messa andranno gli spogliatoi. Avremmo bisogno anche di altri ventimila metri di capannoni, ma il vento che soffia contro l’auto ci suggerisce di tirare il freno. Per adesso». Quale regalo per il centenario del gruppo Omr? «Vorrei un regalo per tutti non solo per noi: maggiore attenzione all’impresa e all’economia reale».
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