Biomedicale, Fabula 3D punta su capsule biodegradabili
Mentre cresce la sensibilità ambientale e, sempre più, si diffonde la cultura (per qualcuno un’utopia) della «plastic free», c’è chi investe in materiali innovativi per la stampa 3D di capsule con tecnologia additiva. Lo fa una giovane azienda bresciana, la Fabula 3D di Gussago (www.fabula3d.it), specializzata nel service di stampa 3D per la produzione di oggetti e componenti per il picking, prototipazione rapida, plastici e modelli in scala.
Nata nel 2014, oggi - con al timone Alberto Giori (responsabile amministrazione e organizzazione), Marco Ardesi (marketing, ricerca e sviluppo) e Laura Daffini (qualità e finitura); quattro dipendenti in forza e due tirocinanti - è sempre più spinta in un percorso di crescita e sviluppo, tanto che il fatturato (sebbene i numeri siano ancora contenuti) è triplicato nell’arco di tre anni.
Dopo aver accumulato una significativa esperienza nella stampa dei classici materiali della tecnologia additiva, l’azienda sta intraprendendo nuovi progetti dedicati specialmente alla ricerca di materiali sperimentali: l’obiettivo è approcciarsi a settori sempre più specializzati, come il chimico-farmaceutico. Ardesi, che è l’anima social di Fabula 3D, li presenta con due video su Youtube, dove mostra già i primi importanti risultati ottenuti e mette in luce tutte le potenzialità del Pcl.
«Il nostro sogno era creare un service di stampa 3D a filamento - spiega -: oggi l’abbiamo realizzato. Il Policaprolattone (Pcl) è una plastica biodegradabile di alta qualità derivante da materie prime petrolchimiche, che è smaltibile in condizioni di compostaggio domestico e conforme alle normative europee in tema di materie plastiche che entrano in contatto con gli alimenti. Si tratta di un poliestere semi-cristallino, che permette al materiale stampato di avere un aspetto finale bianco pulito e può essere colorato con facilità. Ai fini degli utilizzi da noi sperimentati per le applicazioni chimico-farmaceutiche, fondamentali risultano le caratteristiche di biocompatibilità e un’elevata stabilità termica di questo materiale, che è anche molto utilizzato nel campo delle applicazioni biomedicali; ha inoltre una buona resistenza nei confronti del cloro, dell’olio, dell’acqua e dei solventi in genere».
Grazie a tali sperimentazioni, Fabula 3D è riuscita a stampare capsule proprio con il materiale Pcl, potendo inserire all’interno delle stesse principi, granuli, polveri o liquidi. Dal «laboratorio dell’alchimista» è uscita una capsula del diametro di 1.2 mm e con uno spessore della parete di 0.2 mm, divisa al suo interno in 4 spazi isolati nei quali è possibile inserire 4 principi diversi tra loro. È un primo traguardo di rilievo per una realtà che punta a mete ambiziose e che intende offrire sempre maggiori opportunità e servizi ai propri partner e clienti. «Partire dal bio-medicale è un azzardo - commenta Ardesi -, ma ci farà progredire molto, facendoci fare esperienza in settori che ancora non abbiamo esplorato».
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