Economia

Bilancio, risorse e programmi: come finanzia l’Unione europea

Per il periodo 2021-2017 stanziati 1.800 miliardi. La gestione dei fondi è diretta, indiretta o concorrente
La sede della Commissione europea - © www.giornaledibrescia.it
La sede della Commissione europea - © www.giornaledibrescia.it
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Prima ancora di addentrarsi nei meandri delle istituzioni e dei vari programmi di finanziamento dell’Unione, risulta utile cercare di spiegare sia come l’istituzione comunitaria si finanzia sia come attui le sue politiche di sostegno ai Paesi membri.

Innanzitutto bisogna sottolineare che la programmazione di bilancio europea si muove lungo un orizzonte di sette anni. Per il periodo 2021-2027 la Commissione ha elaborato un pacchetto globale di 1.800 miliardi di euro, 750 miliardi nell’ambito del Next Generation Eu e 1.050 miliardi per il Quadro finanziario pluriennale (Qfp).

Nello specifico il bilancio destina la maggior parte dei fondi agli ambiti coesione, resilienza e valori (377,8 miliardi) e risorse naturali e ambiente (356,4 miliardi). Seguono mercato unico, innovazione e agenda digitale (132,8 miliardi), vicinato e resto del mondo (98,4 miliardi), pubblica amministrazione europea (73,1 miliardi), migrazione e gestione delle frontiere (22,7 miliardi) e sicurezza e difesa (13,2 miliardi). In generale circa il 30% della spesa per il settennato è diretto in modo specifico a progetti destinati al clima.

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Resta ora da capire da dove provengano i soldi del rendiconto Ue. Sono tre i canali attraverso i quali l’Europa si finanzia, tre modalità legate direttamente ai singoli Paesi membri, ovviamente Italia compresa in attuazione dell’articolo 11 della Costituzione.

In primis a sostenere la spesa sono le risorse proprie tradizionali, principalmente provenienti dai dazi doganali. Il secondo strumento è collegato a contributi che giungono da una percentuale dell’Iva, derivante da un’aliquota uniforme dello 0,3% applicata alla base dell’imposta sul valore aggiunto di ciascuno Stato membro. Infine c’è il sostegno che ogni Paese fornisce direttamente in base a una specifica aliquota applicata al proprio reddito nazionale lordo. Secondo la Ragioneria Generale dello Stato nel 2019 l’Italia ha contribuito per 16,8 miliardi di euro, per il 75% tramite il contributo sul reddito nazionale lordo. La prima nazione europea è la Germania con 30 miliardi.

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Ma come l’Ue europea spende tutte queste risorse? Sono tre le modalità di gestione dei soldi pubblici. Innanzitutto c’è il finanziamento diretto tramite programmi gestiti in prima persona dalla Commissione: tra i tanti figurano Horizon Europe, Life, InvestEu per fare degli esempi. Valgono il 20% del bilancio comunitario.

Vi sono poi gli ambiti a gestione concorrente, modalità attraverso la quale viene gestito circa il 70% dei programmi. In questo caso La Commissione indica le linee guida dei singoli interventi, con i singoli Stati membri, attraverso le articolazioni nazionali, regionali e locali, che erogano i soldi. Rientrano in questo ambito i fondi di sviluppo regionale, di coesione, sociale, per una transizione giusta, agricolo per lo sviluppo rurale e per gli affari marittimi e la pesca.

L’ultima modalità di sostegno è quindi la gestione indiretta dei fondi dell’Unione europea. Questi programmi di finanziamento vengono attuati in tutto o in parte da terzi, autorità nazionali o organizzazioni internazionali. I finanziamenti assumono la forma di sovvenzioni da richiedere a livello nazionale. Rappresentano il 10% complessivo del bilancio.

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