Economia

Barone Pizzini rileva la cantina dei Berlusconi

Le vigne circondate da un bosco planiziale. Lanciato Cervo volante, vino rosso che sposa la biodiversità
Silvano Brescianini alla guida di Barone Pizzini - © www.giornaledibrescia.it
Silvano Brescianini alla guida di Barone Pizzini - © www.giornaledibrescia.it
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«Non c’è regola, ogni annata è un mondo a sé stante. E quella del 2020 è stata una vendemmia lunga». A dettare i tempi di un rito che in Franciacorta si è trasformato in sapere e tecnica è il meteo. Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta e direttore della Cantina Barone Pizzini, è soddisfatto.

La raccolta conclusa nei giorni scorsi è stata molto interessante. «Fine agosto si è presentata calda, ci ha fatto correre per portare a casa l’uva; l’inatteso arrivo di fresco e pioggia ha rallentato la curva di maturazione. Le cantine hanno iniziato a vendemmiare e si sono fermate qualche giorno in attesa della perfetta maturazione. Profumi e caratteristiche del vino 2020 si capiranno in primavera. Ma il clima ha contribuito a raggiungere un buon equilibro tra acidità e zuccheri, connubio fondamentale per un buon Franciacorta». Effetto pandemia. L’incubo vissuto tra marzo e maggio è alle spalle. Il mercato si è ripreso, luglio ed agosto sono andati bene.

«Il lockdown è stata un’esperienza traumatica per tutti, ma ci ha insegnato qualcosa di prezioso: non possiamo rinviare la diversificare dei mercati, sia dal punto di vista geografico, sia dei canali di vendita. Non si può più prescindere dall’online». Il Coronavirus ha lasciato inevitabili effetti sui conti Barone Pizzini. «Siamo fuori dal peggio, ma non ancora in porto - dichiara Brescianini -. L’obiettivo resta sopravvivere. Chiuderemo il 2020 con un calo del fatturato del 20% ed è un buon risultato. Ricordo che a fine febbraio la crescita dei ricavi era del 27%. Dopo gli investimenti dello scorso anno ci eravamo dati come obiettivo lo sfondamento dei 6 milioni, contro i 5,5 del 2019».

La sfida Montenetto. Tra gli investimenti c’è l’approdo a Capriano del Colle con la gestione della cantina «La Contessa» che fino alla primavera del 2019 era in mano ad Alessia Berlusconi, primogenita di Paolo Berlusconi, fratello minore di Silvio. Otto ettari di vigneti alle pendici del Montenetto sono una piccola cosa per Barone Pizzini, ma di grande valenza strategica. La cantina - i cui immobili restano di proprietà della famiglia Montini (discendenti di Papa Paolo VI), nel 2010 aveva fatto un primo salto di qualità convertendosi al biologico con vigne nuove, belle, affidate alla cura di Angelo Divittini, agronomo ed enologo del gruppo Sata.

Un bosco planiziale. «Si è presentata un’occasione ed abbiamo ritenuto di investire su questo vino bresciano, prevalentemente rosso - dichiara il direttore di Barone Pizzini -. Siamo una cantina bresciana, anche se presenti nelle Marche e in Maremma, e crediamo in questo territorio». Otto ettari di vigneto, prevalentemente Marzemino e Merlot, ma la fortuna di questo vigneto è anche un’altra: «La vigna. Circondata da un bosco planiziale su argilla gialla, (l’altro lato del Montenetto ha componenti minerali diversi ad argilla rossa) - spiega il direttore -. Fare bio in questi luoghi è ancora più interessante per la biodiversità del suolo».

Il cervo volante. Biodiversità sarà la parola chiave in grado di segnare i prossimi anni dell’Italia e dell’Europa. «Occuparsi di questo tema per chi lavora con la terra, è fondamentale. Abbiamo avviato un’esperienza importante a Brescia con l’Università: è dimostrato che un terreno ricco di biodiversità è in grado di produce vino migliore». E la vigna de La Contessa non ha eguali in provincia di Brescia. Ospita un coleottero, il cervo volante, il più grande di questa specie in Italia.Il coleottero ha dato il nome ad un vino prodotto da Barone Pizzini dalle uve del Montenetto: 50% Marzemino e 50% merlot dalla grande morbidezza ideale per uno spiedo. Il lancio è pronto con le prime 6.000 bottiglie.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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