Banca d’Italia, la riforma del 2015 assegnava un altro ruolo a Brescia

Una nota dava e riconosceva «ampia operatività» alla sede cittadina
Una veduta di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«L’intervento organizzativo è coerente con l’evoluzione delle funzioni della Banca. All’aumentato impegno nella vigilanza bancaria e finanziaria, si contrappone la flessione dei compiti di tesoreria provinciale dello Stato e di quelli legati alla circolazione delle banconote. Questa sarà la tendenza anche per i prossimi anni».

Nel marzo del 2015, il direttorio di Palazzo Koch introduceva così la riforma organizzativa della propria rete di filiali. «In tale prospettiva - puntualizzavano dalla sede di via Nazionale a Roma -, la riforma rafforzerà il ruolo delle 20 filiali situate nei capoluoghi di regione e delle altre 6 filiali «ad ampia operatività» (Brescia, Bolzano, Verona, Forlì, Salerno, Catania)».

Da questa breve descrizione insomma emerge il ruolo di rilievo che Bankitalia aveva allora assegnato alla filiale di Brescia. Una funzione, che per come è descritta nelle slide presentate alcuni giorni fa ai sindacati, è diventata secondaria.

«I motivi sottostanti alla chiusura della filiale di Brescia sono - riporta il documento - la cessazione dell’operatività nei confronti dell’utenza professionale (con il contestuale rafforzamento del sistema di tracciamento del contante di Bergamo, che oggi utilizza solo in parte la sua capacità produttiva); il venir meno del coinvolgimento nelle attività di vigilanza prudenziale con il superamento del modello dei poli e concentrazione delle funzioni in alcune filiali regionali; il presidio del territorio sulle funzioni residuali (educazione finanziaria e servizi informativi) già assicurato dalle filiali di Milano e Verona».

Dura e immediata è stata la replica delle forze sindacali: «Resta quello che tutti hanno compreso leggendo il piano della Banca: ulteriori tagli e ridimensionamenti, un ennesimo ritiro dal territorio. Anzi, - tuonano dalla Falbi - l’indebolimento realizzato a danno di tante filiali non può che essere il prodromo di ulteriori e più estese chiusure che si realizzeranno nei prossimi anni».

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