Autotrasportatori in agitazione a Brescia: la manifestazione
Autotrasportatori in agitazione anche a Brescia per il caro carburante. Sabato 19 marzo le associazioni bresciane del trasporto hanno aderito alla «Giornata di Manifestazione dell’Autotrasporto» indetta da Unatras a livello nazionale.
I partecipanti convergeranno al Brixia Forum di via Caprera partendo da diverse aree della provincia. «Manifestiamo per non fermarci», dicono i bresciani della Federazione autotrasportatori (Fai). Nelle utlime ore sono stati messi a punto tutti i dettagli organizzativi, compresi gli itinerari che le carovane di tir dovranno percorrere per raggiungere la città.
I partecipanti hanno appuntamento alle 8 in diverse zone della provincia: dalla Vallecamonica partiranno da Pisogne, quelli della Valtrompia da Villa Carcina, i valsabbini da Vobarno (ex Falk), coloro che arrivano dalla Bassa hanno appuntamento a San Zeno Naviglio (Duferco), infine chi partecipa dal sud-est della provincia si ritrova alla Fascia d’oro. Il gruppo convergerà sulla tangenziale Sud per imboccare via Caprera e raggiungere la Fiera alle 10. Un quarto d’ora dopo si riuniranno in assemblea sui temi dei rincari che minacciano direttamente la categoria.
Numeri alla mano, lo scenario è da far tremare i polsi, ed il conflitto ucraino - complice la prospettiva di Ue e Usa di bloccare l’acquisto del greggio russo - non contribuisce certo a migliorarlo. Se solo un anno fa, nel febbraio del 2021, un litro di gasolio per i trasporti costava mediamente 1.383,24 euro al litro, nel febbraio di quest’anno è arrivato a sfiorare addirittura i 1.720,36 euro, con una impennata di quasi il 25%. Nel settembre del 2020 il prezzo era addirittura a 1.270, con un aumento che oggi dunque supera addirittura il 34%. Una dinamica “folle” che sta letteralmente mettendo in ginocchio il comparto dell’autotrasporto, bresciano e non.
«Le aziende stanno chiudendo: non hanno più i soldi per fare il pieno ai camion» dice Giuseppina Mussetola, a capo della segreteria del Fai bresciano, la più importante organizzazione di settore del territorio, che annovera oggi oltre 2.400 imprese. «La situazione è drammatica - prosegue Mussetola -: molte imprese stanno iniziando a muoversi per mettere i dipendenti in cassa integrazione, ma se si considera che ognuna conta mediamente una decina di addetti, le famiglie che rischiano dall’oggi al domani di trovarsi senza lavoro sono davvero moltissime».
Uno scenario catastrofico, che ha portato i camionisti, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti dagli stessi aumenti, ad innescare un braccio di ferro con il Governo, colpevole di restare immobile.
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