Auto, Guidesi all’Europa: «Cambiare strategia per salvare il settore»
La Lombardia torna protagonista a Bruxelles per difendere l’automotive europeo. Lo fa con la voce dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, intervenuto oggi alla plenaria del Comitato delle Regioni in qualità di presidente dell’Automotive Regions Alliance (Ara), l’alleanza che riunisce 36 tra le principali regioni europee del comparto.
Un intervento deciso, quello di Guidesi, per ribadire l’allarme: il settore è in profonda crisi, con il 75% della capacità produttiva europea oggi ferma e una prospettiva, a livello continentale, di perdere fino a mezzo milione di posti di lavoro nei prossimi anni. Alla base, secondo l’assessore, l’errore strategico dell’Unione Europea che ha puntato tutto sul motore elettrico, penalizzando l’industria continentale a vantaggio di competitor extraeuropei, in primis la Cina.
«L’automotive rappresenta uno degli esempi più riusciti di integrazione industriale europea – ha dichiarato Guidesi –, ma paradossalmente è proprio la Commissione ad averne compromesso la tenuta con scelte sbagliate e ideologiche». Nel mirino, il regolamento sulle emissioni e le scadenze imposte per la transizione ecologica: «Serve un cambio radicale di rotta, va cancellato il dogma dell’elettrico come unica soluzione».

La proposta avanzata da Guidesi – e condivisa dai principali stakeholder del comparto – è ancora quella della neutralità tecnologica: raggiungere gli obiettivi ambientali attraverso tutte le opzioni disponibili, dai biocarburanti al biometano, dall’idrogeno ai carburanti sintetici. «Non si può fermare l’innovazione imponendo una sola via – ha aggiunto –, così si distrugge l’industria e si consegna l’indotto ad altri».
Dazied energia
A pesare ulteriormente sulla competitività europea, secondo l’assessore, ci sono anche i dazi statunitensi e i costi energetici. Da qui l’appello alla Commissione e al Parlamento Ue per «restituire libertà all’industria rispetto a cosa offrire al mercato, lasciando che siano le tecnologie a competere, non le ideologie».
Il Manifesto dell’Ara, la «Dichiarazione di Monza» promossa proprio dalla Lombardia, è oggi il documento di riferimento per le regioni dell’automotive. Frutto di un lavoro iniziato in solitaria tre anni fa, è diventato la base su cui si muove un fronte sempre più ampio convinto che solo con un approccio tecnologicamente neutrale si possa evitare «il più grande suicidio economico della storia industriale europea».
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