Aumentare il Pil con più donne al potere
Se nel 2030 le donne italiane avessero lo stesso livello di accesso al mondo del lavoro degli uomini, il Pil pro capite crescerebbe di 1 punto percentuale all’anno. Lo calcola l’Ocse, in un rapporto su uguaglianza di genere e ripresa economica.
L'economia italiana è penalizzata dalla scarsa partecipazione femminile al lavoro: l'Italia ha bisogno di migliorare le politiche per la famiglia e di una maggiore partecipazione degli uomini al lavoro domestico. Lo sottolinea l'Ocse, nel rapporto 'Closing the gender gap' (chiudere il divario di genere). L'italia è al terzultimo posto tra i 34 paesi aderenti all'organizzazione (solo turchia e messico fanno peggio) per livello di partecipazione femminile nel mercato del lavoro, che è pari al 51% contro la media Ocse del 65%.
Le proiezioni degli esperti dell'Ocse mostrano che - a parità di altre condizioni - se nel 2030 la partecipazione femminile al lavoro raggiungesse i livelli maschili, la forza lavoro italiana crescerebbe del 7% e il pil pro-capite crescerebbe di 1 punto percentuale l'anno.
Le donne sono inoltre sotto-rappresentate sia tra i dirigenti d’azienda (33%) e consiglieri d’amministrazione (7%), sia tra gli imprenditori con lavoratori dipendenti (22%)
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