Economia

Atb torna in gioco nel nucleare: con i «sarcofaghi» per scorie

Fintro: ricavi a 160 milioni Commessa «idro» in Canada. Prime installazioni eoliche Semat in attesa dell’Ilva
A Roncadelle. Al lavoro per la produzione del cask per le scorie nucleari
A Roncadelle. Al lavoro per la produzione del cask per le scorie nucleari
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Solidi, resistenti, rivestiti di resine speciali, super-saldati su rame, tecnologicamente superiori: i nuovi, avveniristici, «cask» per tasporto e stoccaggio delle scorie nucleari hanno richiesto oltre un anno tra ricerca, progettazione ed ingegnerizzazione.

Sono stati commissionati all’Atb Riva Calzoni di Roncadelle dalla multinazionale francese Orano, nata dalla ristrutturazione della storica Areva. Il primo «sarcofago» per combustibili esausti radioattivi verrà consegnato a inizio 2019, peserà circa 80 tonnellate. È la nuova frontiera del nucleare targato Fintro, il gruppo guidato da Sergio Trombini: «Con questa produzione Atb è riuscita a valorizzare l’importante esperienza accumulata nel settore nucleare, iniziata una decina di anni fa. In quegli anni l’obiettivo di partecipare al programma nazionale italiano, poi cancellato».

Il nucleare torna business sul quale puntare per Atb. Anche se la prospettiva è diametralmente opposta, legata al trasporto del combustibile esausto e alla dismissione delle centrali.

I conti del 2017. Il bilancio di Fintro Group - che ricordiamo consolida i risultati delle due sub-holding Atb Riva calzoni di Roncadelle e Semat di Artogne - si è chiuso con ricavi consolidati di 160,7 milioni (170 milioni il valore della produzione) in calo del 2,7% principalmente per via dell’uscita dell’area del consolidamento della società malesiana Mmhe-Atb; il mol consolidato che è passato da 14,7 a 11,8 milioni; l’utile netto è sceso a 654mila euro da 1,4 milioni. Il bilancio evidenzia un patrimonio netto di 28,4 milioni ed un indebitamento di 42,3 milioni, in forte calo rispetto ai 54,1 milioni del 2016.

Atb. Balzo di Atb, che nel 2017 segna un incremento del 21% del valore della produzione passata dagli 83,7milioni ai 101 milioni; e registra un margine operativo lordo di 7,6 milioni in aumento del 2,5%. La società è impegnata a tutto campo nel settore dell’energia: dall’oil&gas con i grandi reattori e corpi di pressione del petrolchimico al nucleare; dal «large hydro» con la fornitura di condotte e paratoie, al piccolo idroelettrico; fino alla nuova business unit rappresentata dall’eolico.

Nel 2017 Atb ha installato le prime cinque pale eoliche di piccole dimensioni (60kw, dopo che nel 2016 era stata sviluppata una specifica licenza per la nuova tubina). Un ritorno quello di Atb all’eolico: «La società già negli Anni Sessanta aveva sviluppato e commercializzato una prima mono-pala - spiega Trombini affiancato dal Cfo, Carlo Scolari -. Ad oggi abbiamo installato 8 pale in Italia e all’estero. I primi riscontri sono molto positivi».

Commesse. Cresce l’oil&gas grazie all’effetto combinato della quotazione d dollaro e prezzo del petrolio (nel 2017 il portafoglio ordini del petrolchimico ha superato i 60 milioni di euro con le nuove commesse in Thailandia e dell’Oman). Ma sono i grandi progetti dell’idroelettrico a regalare le maggiori soddisfazioni. Nel mesi scorsi è arrivata la commessa canadese da 45 milioni di euro per il progetto «Site C» ovvero il grande impianto idroelettrico da 1.100 megawatt (5.100 gigawatt ora di energia elettrica ogni anno), sufficiente ad alimentare 450mila abitazioni all’anno a Fort St John, sulle rive del Peace River, British Columbia.

«Atb ha aperto un ufficio di rappresentanza in Canada nel 2015, oggi raccogliamo i frutti di un grande lavoro di squadra», spiegano Trombini e Scolari. Semat. Secondo pilastro del gruppo Fintro è rappresentato dalla camuna Semat (valore della produzione 2017 di 46 milioni), che opera nel settore delle costruzioni con appalti per infrastrutture e strade e all’interno dei siti siderurgici, in particolare l’Ilva di Taranto (in amministrazione straordinaria) dove la società conta circa 700 dipendenti. L’intricata vicenda del sito siderurgico si è pesantemente riflessa sui conti della Semat, con strascichi giudiziari - si legge nella relazione sulla gestione allegata al bilancio -, ma Trombini resta ottimista, «il peggio è passato, se non ci saranno intoppi il sito tarantino dovrebbe tornare presto efficiente».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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