Da inizio anno a Brescia sono stati messi all’asta 1.542 immobili
La nostra provincia è tra i venti territori italiani con il maggior numero di aste pubblicate nel primo semestre del 2024. Brescia conta 1.542 annunci d’asta nel settore immobiliare, di cui 807 riguardano edifici «residenziali» (52,33%), 414 costruzioni «generiche» (26,85%), 42 fabbricati «industriali» (2,72%) e 279 strutture appartenenti ad «altra categoria» (18,09%).
Il prezzo medio della base d’asta è di 224.308 euro (con una punta attorno ai 798.000 euro per immobile industriale e poco più di 145.500 per immobile residenziale): valore piuttosto alto rispetto al trend nazionale delle vendite, che ammonta (in media) a 170.000 euro (in confronto ai 159.000 del 1°semestre 2023, +7%) e considerato che il Trentino-Alto Adige risulta essere in testa tra le zone con lotti il cui valore medio è stato più alto, pari a circa 277.000 euro (+6%).
Analizzando però il valore del prezzo di base d’asta a livello regionale, in testa è la Lombardia che si assesta su una quota di 1,6 miliardi di euro (-18% sul 1°semestre 2023), seguita da Lazio con 1,3 miliardi e Toscana con 1,1 miliardi.
Il quadro
Fra i 205 Comuni bresciani, la maggiore concentrazione di annunci d’asta si trova nel capoluogo (171), seguito da Desenzano (46), Lozio (52), Manerbio (41), Montichiari (35). Il valore complessivo stimato degli immobili all’asta è di 345.882.411 euro.
Riguardo ai tribunali, quello di Brescia risulta essere al quarto posto in Italia per numero di nuove aste: 1.546, con un calo del 20% rispetto allo stesso periodo del 2023, ma comunque il dato più elevato dopo quelli di Roma (3.023, +5%), Cagliari (1.982, +16%) e Milano (1.695, -5%).
I dati fin qui sciorinati emergono dall’ultimo Osservatorio Brick, realizzato dalla fintech Berry (specializzata appunto nell’analisi e gestione dei dati del settore immobiliare e delle aste selezionati dal portale delle Vendite pubbliche, attraverso algoritmi di Ai). Il rapporto rileva in generale un calo significativo nel mercato delle aste immobiliari in Italia, con una diminuzione del 21% nel numero di annunci pubblicati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fronte di ciò, tuttavia, il valore medio degli asset immobiliari risulta in crescita del +7%, a 169.903 euro.
Il trend
Nel primo semestre del 2024, sono 70.000 i nuovi avvisi d’asta pubblicati in Italia (erano 87.773 al 1° semestre 2023, quindi il 21% in meno), per un valore complessivo stimato (o prezzo base d’asta) pari a 12 miliardi di euro (-14%).
Nel dettaglio, il 53% delle aste fa riferimento a immobili ad uso residenziale, il 19% ad uso commerciale, il 4% ad uso industriale, il 24% è composto da «altre categorie immobiliari». Per quanto concerne le regioni, la Lombardia guida la classifica con il 12% del totale delle aste pubblicate (8.492 nuovi avvisi, -26% sul 1°semestre 2023), l’11,5% si riscontra in Sicilia (8.048, -19%) e l’11% nel Lazio (7.716, -9%); fanalino di coda la Valle d’Aosta (87, -29%).
A livello macro-territoriale la maggior concentrazione degli avvisi d’asta permane nel Centro Italia (29%), seguito da Sud (24%), Nord-Ovest (20%), Isole (16%) e Nord-Est (11%). Tra le grandi città, invece, Roma si conferma la prima per numero di aste pubblicate (2.236, -1%); a distanza troviamo Palermo (478, -7%), Genova (450, -6%) e, a pari numero d’aste, Catania e Perugia (434, rispettivamente -25% e -12%).
A livello provinciale la Città metropolitana di Roma è prima con un valore di 1 miliardo di euro, staccando notevolmente Milano, seconda con 391 milioni e Perugia, terza con 384 milioni.
«Continua la tendenza di una contrazione delle aste pubblicate sul territorio nazionale – osserva Chai Botta, responsabile Osservatorio Brick –. A dispetto del notevole ribasso dell’ammontare delle aste, però, il valore medio degli immobili è incrementato del +7%. In tale contesto Berry Brick rappresenta una fonte affidabile e riconosciuta, che garantisce un flusso di informazioni precise, dettagliate ed accessibili al pubblico e a tutti gli attori coinvolti, grazie anche al ruolo cruciale dell’innovazione tecnologica».
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